“Non ci piacciono le parentele, LCV correrà da sola “
L’Aquila – Cominciò da cittadino deciso a dare un contributo alla sua città stravolta. Vincenzo Vittorini è il più “anziano” tra i candidati sindaci, essendo sceso in campo dal luglio 2011, sotto l’insegna di LCV, L’Aquila Che Vogliamo, un nome che parla chiaro. Siamo nel 2012 e alla vigilia del voto, dopo una bolgia di candidature e liste, nomi e annunci, polemiche e risse politiche assolutamente invise ai cittadini. Chiacchieriamo con Vittorini, che con la politica ha dovuto convivere, come candidato, pur non appartendole, oggi come otto mesi fa. E, come leggeremo, non ama parentele con vecchi volponi dell’urna.
Ora che, con 22 liste in campo, e otto candidati sindaci, è tutto più
chiaro, come vede la situazione? Da non-politico tra tanti politici di nuovo e
lungo corso, come si sente?
—E’ sotto gli occhi di tutti l’eccessiva frammentazione. Vi faccio notare però che ad essersi frammentati sono i vecchi partiti. Il centro-destra si è diviso in 3( De Matteis,Properzi e Verini), come anche il centro-sinistra(Cialente,Mancini,Di Cesare). Poi c’è il Movimento 5 Stelle, una nuova variabile, che cavalca solo l’antipolitica ma non ha, a livello locale, proposte concrete.
Preciso che nessuno di loro ha un chiaro progetto organico a 360 gradi sul futuro della città. Noi di L’Aquila Che Vogliamo sono 10 mesi che abbiamo elaborato, proposto e condiviso un progetto-metodo e non un programma elettorale. Abbiamo un’idea di città ben chiara, una visione del futuro con 9 obiettivi quantificati quindi misurabili dai cittadini negli anni.
Se ci sarà un ballottaggio, quale collocazione assumerà?
—L’Aquila Che Vogliamo corre da sola sia al primo turno che al secondo turno in caso di ballottaggio. Non faremo apparentamenti con nessuno. Il panorama politico è caratterizzato da un’assenza totale di progettualità per la città.
Comunque la si voglia pensare, è un fatto che a tre anni dal sisma, sono
aperti in centro solo pochi cantieri, e per di più grazie a denaro donato da
governi e organizzazioni estere. Una disfatta per la città e per i
governanti.
—Si! La mancanza di idee, progettualità e credibilità è stata la causa di una tale disfatta per tutta la classe politica-partitica.
Alle idee sono state sostituite logiche di interesse partitico. Il risultato è stato una incapacità di ottenere dal Governo centrale risposte adeguate e di programmare la ricostruzione materiale e sociale della nostra città.
In tanti temono il rientro nelle case ristrutturate, che pensano non
siano sicure al 100 per 100. Purtroppo, nessuno può dare loro torto. La
sicurezza antisismica totale non c’è nella maggior parte degli edifici.
—Siamo gli unici infatti a parlare da 10 mesi di sicurezza antisismica e siamo gli unici che stanno tentando di sfatare questo tabù. Solo con il 100% di adeguamento antisismico di tutti gli edifici la nostra città sarà sicura ed attrattiva e degna di essere vissuta. Dobbiamo diventare modello per l’Italia e per l’Europa per la prevenzione e per la cultura della sicurezza.
Lei ha detto che ora comincia la campagna elettorale costruita
soprattutto sul colloquio con la gente. Ma la gente ha davvero voglia di
colloquiare?
—Si, la gente vuole essere ascoltata e vuole partecipare attivamente alle scelte importanti per il futuro della nostra città. Noi da 10 mesi ci stiamo confrontando con i cittadini perché pensiamo che chi si propone per amministrare una città debba avere delle idee,dei progetti, che vanno condivisi con la città e non calati dall’alto considerando i cittadini come sudditi incapaci di partecipare alla vita attiva della comunità.
La piaga del lavoro è sempre più purulenta e dolorosa, ora siamo ai
suicidi. Una situazione davvero tragica per il paese e doppiamente tragica per
L’Aquila. Se sarà sindaco, avrà di fronte problemi enormi, resi più difficili
dalla sua non-politicità. Può un cittadino semplicemente onesto e volenteroso
governare una città che ha vissuto di politica da sempre?
—Per il problema delle imprese in crisi L’Aquila che vogliamo si propone con una leadership forte e indipendente capace di imporre richieste decise al Governo e alla Regione con obiettivi chiari e definiti.
Le procedure che L’Aquila che vogliamo porrà in essere saranno monitorabili su web passo per passo, con le relative risposte istituzionali in modo da dare alle imprese e ai cittadini tempi certi, responsabilità precise, risultati concreti.
Non sarà una richiesta elemosinante per un puro ritorno elettorale o soggetta a ricatti politici, ma fondata su una progettualità concreta come già dichiarato nel nostro manifesto elettorale.
Ritengo quindi che il non essere un uomo di partito sia un vantaggio per la città. La controprova la troviamo in quanto è accaduto negli ultimi tre anni tra comune, regione e governo. Quando il gioco delle parti ha innescato un rimpallo di competenze che ha bloccato L’Aquila.
Bisogna cambiare totalmente la mentalità ed il sistema. Deve assolutamente finire il tempo della bassa politica partitica che usa gli enti come se fossero uffici di collocamento personali e per dare ai giovani la possibilità di lavorare soltanto in virtù del cosiddetto “voto di scambio”. E’ arrivato il momento di cambiare radicalmente gli amministratori della nostra città ed iniziare un nuovo periodo in cui il Comune non sia un elargitore di posti di lavoro a tempo ma sia capace di creare le condizioni affinchè un intero territorio possa risollevarsi e si creino le condizioni ideali per tutti. Per questo chiedo alla città di andare a votare e di scegliere la nostra Lista Civica,l’unica veramente tale, capace di essere libera e di dar vita ad un’amministrazione comunale che lavori nel solo interesse della città per i prossimi 5 anni.
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