L’Abruzzo e il “gabbiano”
Pescara – (di Stefano Leone) – Ancora un figlio d’Abruzzo, quell’Abruzzo produttivo e moderno, agli onori della cronaca e dell’imprenditoria che conta. Riccardo Toto, 32 anni, figlio d’arte, suo padre infatti è Carlo, nato a Chieti nel 1944, fondatore della Compagnia aerea Air One e oggi socio e consigliere Alitalia. Il primo volo della Compagnia di volo Livingston, acquistata dal rampollo abruzzese, (Riccardo, foto in basso) è uno dei quattro figli di Carlo Toto), è partito alle 11.30 local time, sabato 31 marzo scorso, dal Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa con destinazione Marsa Alam, località di vacanza che si affaccia sul Mar Rosso in Egitto. L’Airbus A320 bianco e azzurro chiamato “Laveno Mombello”, in omaggio alla località turistica del lago Maggiore, è decollato passando sotto il tradizionale “arcobaleno” di acqua creato dai Vigili del Fuoco dello scalo.
A bordo 161 passeggeri e 6 membri d’equipaggio. Così la Compagnia aerea Livingston è tornata in pista dopo che Riccardo Toto l’ha acquistata totalmente attraverso la sua società Rt. Il giovanissimo imprenditore abruzzese, dopo aver salvato dal fallimento la Compagnia, l’ha fatta ripartire con la peculiarità di vettore specializzato in voli charter; Toto si è impegnato anche a profondere il massimo impegno per riassorbire i 380 cassintegrati della vecchia Livingston. Il piano industriale del vettore, che ha scelto quale base operativa Malpensa, prevede che a regime si avranno nel 2013 11 aerei dei quali 3 per il lungo raggio, tenendo conto che nel prossimo maggio arriverà il secondo A320 e a giugno arriveranno altri 3 aeroplani che porteranno la flotta del “gabbiano” ad avere 5 velivoli operativi per la “summer 2012″. Il giovane manager abruzzese prevede, inoltre, di raggiungere il brake even dopo 19 mesi di attività ; il fatturato previsto alla fine del 2013 è di 250 milioni. In tutto questo, che suona come un inno ad una Regione che sa partecipare all’imprenditoria che conta con uomini di primissimo piano anche giovanissimi, una sola nota sulla quale recriminare: che forse, vista la vicinanza temporale fra il volo inaugurale del 31 marzo e la conseguente ricorrenza di 3 anni dal siama del 6 aprile 2009, sarebbe stato un segno di grande riconoscenza e ricordo nel dare all’aeroplano il nome della città dell’Aquila, (con tutto il rispetto per la località prescelta), in nome e per ricordo di quelle 309 persone che avrebbero potuto essere passeggeri della Livingston ed invece fecero quella notte il loro ultimo volo della vita.
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