La colpa non è del terremoto


(di Rita Maccarone) A 42 anni, moglie e madre di due figli, costretta a vivere in una citta’ che non riconosci piu’ come tua, cominci a pensare e a porti delle domande. Torni indietro nel tempo con la memoria alla tua infanzia, alla tua adolescenza, alla tua vita da adulta e le domande che ti fai sono: “in che cosa ho sbagliato? Di che cosa sono colpevole? Cosa avrei potuto fare?”. La risposta e’ sempre piu’ chiara, e’ li tutto perfettamente disegnato nella tua mente. Il centro dell’Aquila e’ sempre stato parte di me, ci sono nata e cresciuta. Dopo la laurea ho trascorso dei periodi all’estero e ogni volta per me era un’immensa gioia tornare all’Aquila, ma lei di volta in volta mi appariva diversa, mi stava sempre piu’ stretta, qualcosa stava succedendo, ma io non volevo dargli peso, era L’Aquila e io gli volevo bene, nonostante tutto. Intanto passavano gli anni, le amministrazioni locali di destra, di sinistra e di centro si alternavano e facevano il buono e il cattivo tempo, e noi tutti dietro i vetri a guardare la poverta’, il degrado e le tante incompiute che si alimentavano in modo esponenziale. Poi e’ arrivato il terremoto e tutti i nodi sono venuti al pettine. Il terremoto ha solo mosso una pedina di un castello di carta, ha portato a galla la punta di un iceberg gigante fatto di interessi, inganni, potere, corruzione, lotte partitiche, che per anni e anni hanno massacrato noi e la nostra citta’. Abbiamo scelto di farci scivolare tutto addosso, abbiamo scelto di essere complici di un sistema corrotto, abbiamo scelto di lasciarci ipnotizzare da quei serpenti venditori di fumo, abbiamo scelto di trasformare L’Aquila in un malato terminale. Il terremoto non ha colpe, le metastasi dell’Aquila siamo noi e 309 innocenti hanno pagato tutto questo con la loro vita. Ora a tre anni dal terremoto io faccio il mea culpa e voglio ” uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva”. Il terremoto non ha colpe, madre natura ci ama, ha voluto darci una scossa, ha voluto dirci di aprire gli occhi, siamo noi artefici del nostro destino. Non e’ troppo tardi, anzi proprio ora abbiamo l’occasione unica e irripetibile di riprenderci la nostra citta’, e se tutti noi lo vogliamo L’Aquila puo’ guarire. Il terremoto non ha colpe.


16 Aprile 2012

Categoria : Dai Lettori
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