Tartassati e beffati
(di Carlo Di Stanislao) – Il peso delle tasse nazionali e locali è al massimo storico; la difesa dei diritti del lavoro al minimo. La pensione per tante e tanti si è allontanata di 7 anni e nessun giovane troverà risposta lavorativa sicura.
La ripresa economica non è alle viste, la disoccupazione cresce vertiginosamente, la coesione sociale cala, siamo in recessione e proprio in questi giorni anche i totem di Monti segnano nero: le borse calano e lo spread torna vicino ai 400 punti.
“Modifichiamo il sistema, ma non pubblichiamo titoli che non rendono giustizia alla condizione reale dei parlamentari italiani, che hanno accumulato privilegi, ma non così disastrosamente differenti rispetto a quelli dei loro omologhi, altrimenti sembra che i parlamentari siano la causa di tutti i mali.” Così si è espresso il segretario del PD, Pierluigi Bersani, a proposito della riduzione degli emolumenti dei parlamentari, su cui, come era prevedibile (e previsto), stanno tutti quanti tergiversando, con pretesti che credo siano sempre meno ascoltabili da parte dei cittadini.
L’ufficio stampa della Camera dei deputati ha pure tentato, con totale assenza di senso del pudore, di sostenere che in Italia è più alta l’indennità lorda, ma non quella netta, perché le tasse sono più alte, in totale sfregio di chi paga il 50% di ridottissimi stipendi allo stato e, in parte, anche ad una politica che si impegna solo ad autogarantirsi.
Se, come dice il presidente Napolitano, “gli evasori sono indegni dell’Italia”, cosa dire o pensare dei politici che, a proposito dei rimborsi ai partiti, affermano che senza l’ultima trance dovrebbero chiudere anche se, negli ultimi cinque anni, hanno percepito più di 830 milioni di euro, a fronte di spese dichiarate di un ottavo?
E cosa dire della ripristinata “tassa sulle disgrazie” (l’ennesima del governo Monti), che conferma, per decreto immediatamente attuativo, la possibilità di un aumento delle accise sui carburanti, fino a 5 centesimi al litro per far fronte alle spese per le emergenze?
Per il Codacons tale aumento determina un aggravio di spesa pari ad almeno 73 euro annui ad automobilista e solo considerando i costi diretti. Critica anche la Figisc, l’associazione dei gestori di impianti di distribuzione aderente a Confcommercio, con il presidente Luca Squeri che commenta: “Da un anno a questa parte, il prezzo dei carburanti è aumentato mediamente di 31 cent/litro; di questi, dieci sono dovuti all’aumento del petrolio, e ben 21 all’aumento delle imposte, come a dire che il 68 % della responsabilità degli aumenti è da attribuirsi alle maggiori imposte, cosa che non è accaduta in nessun Paese comunitario”. Il governo Monti continua a tassare e a mostrarsi ondivago ed indeciso circa l’indirizzo da dare alle riforme strutturali del Paese. E, nonostante tasse, accise, balzelli e stretta creditizia, lo spread ritorna ad essere febbrile e la borsa a scendere a precipizio.
Non può non colpire il repentino mutamento di giudizio che si è potuto registrare nei commenti del Financial Times e del Wall Street Journal, a causa, certamente, di scelte giudicate insufficienti, probabilmente a causa di una mancanza di coesione delle forze politiche che, oltre ad accelerare il cammino parlamentare della riforma Fornero, dovrebbero varare una legge sul finanziamento dei partiti coraggiosa e rispettosa degli orientamenti largamente presenti nell’ opinione pubblica. Insomma, dopo una partenza brillante e piena di fiducia, il governo comincia a scontentare molti: sindacati, giovani, esodati, industriali, piccoli imprenditori (il numero dei suicidi di questi è giunto alla preoccupante cifra di 19) ed anche grandi gruppi finanziari internazionali. Inoltre, la credibilità del Paese vacilla a causa di una politica sempre più staccata dai cittadini e sempre più impegnata, vergognosamente, a garantire se stessa.
E non sono bei gesti e neanche atti dovuti, ma solo furbate pre-elettorali o espiative quelle di Idv e Lega che affermano che in caso di erogazione di ultima trance di rimborsi, i cespiti saranno o dati in beneficenza o consegnati con assegno circolare alla Fornero.
C’è invece da chiedersi quanti imprenditori e giovani avrebbero potuto continuare o iniziare un lavoro con la somma esorbitante che i partiti, già alluvionati di denaro, attendono ancora di ricevere.
Che società è quella che fonda la propria sopravvivenza sulle tartasse? chiede Aldo Grasso su Io Donna, settimanale del Corriere della Sera.
“La Corte dei Conti – scrive il giornalista– ha denunciato una pressione fiscale insopportabile soprattutto nei confronti dei contribuenti fedeli, i veri tartassati dal fisco. Tartassare è un verbo onomatopeico e significa trattare male qualcuno con eccessiva durezza. E dunque a maggior ragione diventa un intensivo del verbo tassare, come già ci avevano spiegato nel 1959 Totò e Aldo Fabrizi nel film “I Tartassati” (una storia di gabelle tra un incorruttibile maresciallo e un negoziante truffaldino).
Emblema di questo governo e del suo modo di trattare i cittadini è divenuta la ministro (ci tiene al maschile), Enza Fornero, che dopo le lacrime e l’esaltazione giornalistica del piglio da “lady di ferro”, ora, come ha scritto Merlo su Repubblica, Come ha ben scritto Merlo, adesso appare evidente che ha versato lacrime solo per “emozione del debutto” e che, in tutto, risulta simile, quanto a sensibilità, a certe parodie di Mell Brooks o, come ha scritto Luca Telese, alla signorina Ratched di “Qualcuno volò sul nido del Cuculo”.
E allora, ricordando il grande film di Forman, sogniamo tutti di diventare, a breve, come il Capo Bromden, che quando vede il protagonista McMurphy decerebrato e senza più forza di volontà, decide di non abbandonarlo al suo destino: lo uccide soffocandolo con un cuscino e poi strappa da terra il pesante lavabo di marmo (quello che lo stesso, all’inizio, aveva cercato invano di staccare) e lo scaglia contro una finestra e fugge dalla breccia, correndo lontano verso la libertà.
Il tema della follia è affrontato da Milos Forman in maniera netta ed inequivocabile, senza appello. Il metodo dell’istrionico McMurphy funziona, quello dell’esperta signora Ratched no.
Credo che questo stia accadendo in Italia, un Paese allo sbando ed attraverso da una follia storica ma anche creativa, che l’ingabbiamento tecnocratico di “tartassa tori” sguinzagliati da una politica delegittima, rischia di portare al suicidio.
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