Mica sarebbe male tassare gli sms…


A qualcuno è venuta un’idea che potrebbe funzionare: tassare gli sms, i messaggini telefonici. Li hanno contati: in sole 24 ore pare siano molti milioni. Sotto le feste diventano moltissimi milioni. Li mandano quasi tutti i giovani e i giovanissimi, compilando una collezione di strafalcioni che sarebbe divertente pubblicare. Sapremmo a quale punto di ignoranza e – permettete – anche imbecillità strabiliante è precipitata tanta gioventù. Ma anche a quale livello di smarrimento, solitudine, sgomento psicologico. Mettiamo una tassa di mezzo centesimo su ogni sms, dunque? Naturalmente molti politici (siamo sotto elezioni) si sono levati in piedi come un solo uomo per dire di no. Sdegnati, populisti, ipocriti e farlocchi come tanti politici sono.
Ragioniamo. Se uno deve inviare sms necessari o utili, a mezzo centesimo di tassa non farà caso. Magari imparerà la sintesi del linguaggio e ridurrà i messaggi, limitandosi a quelli necessari o inevitabili. Ma se si inviano (come accade) milioni di sms di beceri auguri rituali, oppure di domande e risposte idiote, al 90 per cento totalmente inutili, allora sì che la tassa è giusta, anzi auspicabile. Ovviamente non sono d’accordo i gestori della telefonia mobile. O chi sa chi altro, per interesse o per convenienza. Invece l’idea a noi non pare malvagia. Tassare l’insulso e il cretinismo telematico, ci pare più sensato e giusto che tassare pensionati o i soliti automobilisti. Siamo naturalmente minoranza, come come spesso capita, ci stiamo bene.



12 Aprile 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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