Grandi rischi, parla l’antropologo
L’Aquila – (Nella foto i pm Picuti e D’Avolio) – Nei momenti di rischio e paura, di fronte alla furia della natura, si tende ad affidarsi ad esperti e scienziati. E’ il nocciolo della testimonianza, questa mattina al processo alla Commissione grandi rischi, del consulente dell’accusa prof. Antonello Ciccozzi, antropologo docente a L’Aquila. L’attesa testimonianza dell’ex prefetto durante il periodo sismico, Franco Gabrielli, non c’è stata: Gabrielli potrà arrivare solo mercoledì prossimo.
Il prof. Ciccozzi ha spiegato che gli atteggiamenti rassicurativi degli scienziati generarono una ridotta percezione del rischio, benchè da molti mesi l’area aquilana fosse perturbata da continue scosse di terremoto, che andavano aumentando sia come frequenza che come intensità . La gente, ovviamente, era smarrita, aveva paura, e accettò la spiegazione – oggi ritenuta scientificamente falsa e infondata – secondo la quale più scosse c’erano, e più energia accumulata si “scaricava”. Le opinioni autorevoli, specie se di fonte scientifica, tendono a orientare i comportamenti, ci si “affida” agli esperti, la gente si è fidata”. Decine di migliaia di persone, durante il lungo sciame sismico che durava dal dicembre del 2008, come molti altri hanno affermato, erano senza informazioni: il terremoto veniva taciuto, ignorato, non accadeva nulla, le istituzioni tacevano e non preparavano niente in previsione di possibili emergenze, di fughe in massa. Tutti subivano il terremoto sperando solo che la sequenza avesse fine. Rassicurare, in simili situazioni, è la cosa che sicuramente nessuno dovrebbe fare: figuriamoci degli scienziati. Sette di loro, oggi, sono sotto processo per aver fatto proprio ciò che in tanti ritengono non si debba e non si dovesse, specie allora, fare.
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