“Chiodi si dimetta”, che litanìa noiosa…
La politica, specie in Abruzzo, non ha mai brillato per intelligenza, cultura, apertura mentale, e neppure per efficienza. Caso mai ha brillato di luce sinistra nei ripetuti scandali con arresti eccellenti, che si susseguono dagli anni Novanta ad oggi. Nel tempo, e al cospetto dei mutamenti che dovrebbero renderci tutti – ma soprattutto i politici, superpagati ed titolari di eterni e irrevocabili privilegi – migliori, la politica persiste nella sua ristretta e monotona maniera di andare avanti. Se avanti andiamo, s’intende… Sono diventate pesanti, noiose, ripetitive le litanìe che si levano chiedendo le dimissioni del presidente Chiodi. Non passa giorno che qualcuno non le invochi.
Che Chiodi debba dimettersi è istanza che va motivata, e finora nessuno è riuscito a farlo in maniera convincente. Blaterare non basta, montare campagne chiaramente mirate neppure. I cori di voci tutt’altro che bianche sono talmente faziosi, da vanificare qualsiasi parvenza di credibilità e condivisione. Inoltre, persino un politico dovrebbe capire che la cosa meno conveniente, nei momenti difficili, è la crisi politica che porta ad elezioni, quindi a spese, campagne elettorali, olimpiadi di inettitudine e di voracità da parte di chi nient’altro ambisce, se non la poltrona di Chiodi. Per abbattere il presidente ragionevolmente e democraticamente, fuori prove, documenti, denunce firmate, dati, numeri e motivazioni valide. Altrimenti basta con le litanìe, hanno stancato probabilmente anche chi, obbedendo a ordini potenti e occulti, le ripete. Se c’è uno scandalo, un illecito, un dato politico reale, una motivazione solida e vistosa per tutti, la tirino fuori. Ma quando mai la politica è stata davvero coraggiosa, documentata, incisiva e soprattutto leale?
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