Due ore di lutto? Riduttive
L’Aquila – (Foto: Porta Bazzano) – Da Stefano Leone riceviamo questa risposta all’intervento di Michele Bove, due giorni fa, a proposito del lutto cittadino per le 309 vittime del terremoto: “Nel ringraziare l’onorabilità attribuitami da Michele Bove, affermo che non è mio intendimento entrare in polemica con nessuno anche perchè, non è questo l’obiettivo che, la profusione di impegno delle mie idee e pareri, intende raggiungere.
Mi appare, però, corretto e doveroso rispondere ad alcuni passaggi e domande di Bove. Premesso che da tempo esprimo l’idea che, per poter lavorare bene e in sicurezza bisognava assumere decisioni forse impopolari ma necessarie e, dunque, non riaprire assolutamente il centro storico ne a residenti, ne ad attività commerciali ne tantomeno a turisti in caschetto e digitale per fare il turismo del dolore, ciò premesso sottolineo che mai, nel mio pezzo, ho usato l’aggettivo “misero” riferito al lutto cittadino quindi, è espressione che non mi appartiene. Per quanto concerne la domanda postami sul perchè il 2 febbraio di ogni anno non è lutto cittadino, la stessa Bove dovrebbe rivolgerla a chi, eventualmente, avrebbe dovuto assumerne l’onere, la responsabilità e l’iniziativa di deciderlo. Non certo a me.
Rimanendo nello specifico, ribadisco, senza voler andare indietro nella storia del tempo che, decretare due ore di lutto cittadino per un evento che ha smorzato la vita di 309 persone mi appare riduttivo, superficiale e ritengo anche poco considerevole. Se io lavorassi a L’Aquila il 6 aprile prenderei un giorno di ferie anche solo per starmene mattina e pomeriggio al camposanto a fare compagnia a quei nomi e quelle foto, altro che “due ore” di lutto cittadino!!!”.
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