Confcommercio su mancato escavo porto
Pescara – Riprende forza il coro delle voci, delle proteste, delle richieste, delle indignazioni (inutili) sulla morte del porto canale, perchè ormai di morte di tratta dopo tanti mesi di fermo totale. Stavolta è la Confcommercio a intervenire nuovamente sulla vicenda del mancato dragaggio, chiedendo ulteriori risorse da Roma.
Infatti – sostiene l’associazione – l’aumento dei costi per il dragaggio, dovuto all’impossibilita’ di smaltire i fanghi a mare, impone necessariamente l’intervento finanziario del Governo per attuare in tempi brevi l’escavo nei fondali del porto. Per la Concommercio non e’ piu’ possibile perdere un solo giorno se si intende effettuare le operazioni di dragaggio nei tempi consentiti dalla legge e quindi non oltre il primo giugno: il Governo deve porre il problema del Porto di Pescara fra le sue priorita’ e destinare le risorse necessarie alla risoluzione immediata del problema.
Ma a tale intervento prioritario ne va affiancato immediatamente un’altro che faccia affidamento sulla necessita’ che parte dei Fondi Fas destinati alla Regione Abruzzo vengano utilizzati per l’attuazione del primo lotto di lavori del Piano Regolatore del Porto di Pescara. Infatti, pur ribadendo la priorita’ di sbloccare nell’immediato la grottesca vicenda del dragaggio del fiume, occorre con eguale tempestivita’ individuare le risorse per attuare interventi strutturali sul Porto di Pescara. In tale ottica, nell’ambito dei fondi Fas, andrebbero stanziati circa trenta milioni di euro per l’attuazione della prima tranche di lavori del PRG Portuale che prevede anche la creazione di un varco all’interno della diga foranea al fine di consentire alla corrente del fiume di defluire verso il mare aperto trascinando con se fanghi e detriti. In tal modo – rileva la Confcommercio – si potrebbero rendere duraturi i risultati derivanti dall’auspicato dragaggio, in quanto il defluire di fanghi e detriti verso il largo impedirebbe la sedimentazione degli stessi all’imbocco del porto canale ed il conseguente insabbiamento dei fondali.
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