Adescava minori e si faceva inviare foto
Teramo – Su Internet tutto o quasi si può, ma si lasciano tracce e spesso si finisce male. Esistono mille metodi altamente sofisticati per trovare tracce e risalire a persone. Non lo sapeva, forse, un uomo che fingendo di avere 15 anni contattava e adescava ragazzine tramite Messenger, una diffusissima chat on line, e una volta stretto un rapporto di confidenza si faceva inviare foto e filmati ose’, minacciando le sue giovanissime vittime. Lui e’ un uomo di 33 anni della provincia di Teramo che nel giro di due anni, tra il 2009 e il 2010, ha “raccolto” circa 800 foto di una cinquantina di ragazzine tra gli 11 e i 17 anni che vivono in varie parti d’Italia. Ieri la polizia postale lo ha arrestato e rinchiuso nel carcere di “Castrogno”, a Teramo, con le accuse di produzione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale pedopornografico ed estorsione. A disporre l’arresto e’ stato il gip del Tribunale dell’Aquila Marco Billi su richiesta del sostituto procuratore David Mancini.
Il sistema PhotoDNA – spiega l’agenzia AGI – e’ stato pensato per i provider di servizi online, ma sin dalla sua primissima introduzione ha catturato l’interesse delle forze dell’ordine specializzate in indagini sullo sfruttamento dei minori, fenomeno legato sempre piu’ strettamente al web: “Qualsiasi immagine puo’ essere ritoccata , segmentata, alterata nei colori e nelle dimensioni: arrivare alla ‘foto madre’, scattata magari in un paese lontanissimo, attraverso una delle tante ‘foto figlia’ distribuite nel circuito dei pedofili promette di essere un aiuto prezioso in tante circostanze”. “La lotta agli abusi sui minori e l’impegno per la sicurezza in rete sono i nostri obiettivi primari in un ambiente in cui le insidie possono essere numerose – ha ricordato Antonio Apruzzese, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni – Purtroppo la pedopornografia on line continua a crescere, in Italia e all’estero, un po’ perche’ aumenta il numero di chi ha accesso alla rete e un po’ per la diffusione sempre piu’ larga di nuovi strumenti come i social network che, al di la’ dei tanti vantaggi, finiscono con il moltiplicare le tentazioni e le occasioni di produrre fatti negativi”.
“Non e’ un caso – ha osservato Apruzzese all’AGI – che sempre piu’ minori figurino tra le vittime ma anche tra i responsabili di reati come il cyberstalking o il cyberbullismo”. Ecco perche’ “la nostra attenzione resta costantemente alta: da oggi disponiamo di un nuovo strumento per migliorare ulteriormente la collaborazione con Microsoft che dal 2006 ad oggi ha prodotto ottimi risultati. Grazie anche al sistema Cets (Child exploitation tracking system) sono state coordinate infatti oltre 10mila indagini con 422 arresti, 7.584 denunce, 6.548 perquisizioni, 179 siti oscurati, 1.086 inseriti nella ‘black list’ di quelli pedopornografici e 361.787 monitorati”,.
“Microsoft – ha concluso Pietro Scott Jovane, ad e presidente Microsoft Italia – e’ da sempre impegnata in iniziative volte a rendere la rete un luogo sicuro. La nostra azienda sente infatti la responsabilita’ di garantire soluzioni sicure e, grazie allo sviluppo di questa tecnologia innovativa, dispone di una nuova opportunita’ per aiutare le forze dell’ordine, che tutti i giorni svolgono un lavoro straordinario, a contrastare uno dei crimini piu’ odiosi che esistano, la pedopornografia”.
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