Grandi rischi: ignoranza su faglia Paganica – L’INGV non l’aveva mai studiata
L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: la faglia “ignota” venuta alla luce il 6 aprile a Onna) – A dirlo non è uno qualsiasi, ma Gianluca Valensise, sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica -INGV – così ampiamente presente nel novero degli imputati nel processo Grandi Rischi, ripreso oggi in tribunale. E anche a dire qualcosa di sorprendente per tutti: della faglia di Paganica gli scienziati non sapevano nulla, o quasi. Neppure dove si trovi esattamente. Lo hanno imparato nel terremoto dell’Aquila, aprile 2009. Dichiarazione che forse ha lasciato sorpresi persino i difensori. C’è da rabbrividire apprendendo che l’INGV non conosce, o non conosceva, la natura geologica dell’area più sismica d’Italia: quella aquilana, almeno al momento. Ma anche nella storia. Infatti il forte terremoto (forse 7 sulla scala Richter) che distrusse l’area aquilana a metà del 1400 nacque proprio dalla faglia di Paganica, che si è catastroficamente risvegliata nell’aprile 2009. Perchè, infatti, i terremoti non di esauriscono mai: semplicemente come i vulcani dormono, anche secoli, e poi scariacano mostruose energie. Come giustificare il fatto che la sismologia non conosca una faglia del genere?
Dall’ignoranza, forse, qualcuno spera e tenta di ricavare titoli di innocenza per gli imputati?
Sentito oggi dal giudice Billi anche il testimone prof. Antonio Moretti, docente a L’Aquila, esperto di terremoti, di radon, studioso, notissimo per le sue frequenti apparizioni in tv (molte curate da chi scrive). Chi se non lui avrebbe dovuto essere sentito dalla Commissione Grandi Rischi? Ma Moretti rimase escluso dalla riunione del marzo 2009. Aveva chiesto di essere sentito, se non altro perchè esperto residente nella zona (abita ad Arischia) e quindi sicuramente in grado di dire cose utili a tutti e importanti. Non per la ineffabile GR, che non volle ascoltarlo. Come non ritenne utile sentire nessuno dell’Università . Strane decisioni, forse qualcuno temeva qualche parere scientifico poco rassicurante. Il processo va avanti: udienze il 4 e l’11 aprile.
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