“Recessione più forte in Abruzzo”
Pescara – L’ANALISI DEL CENTRO STUDI DELLA CNA – Altro che fine della crisi: nel 2011, il Prodotto interno lordo abruzzese ha subito una flessione dello 0,2% rispetto all’anno precedente, mentre la media nazionale e’ cresciuta nello stesso periodo dello 0,3%: una condizione che segnale come il vento della recessione soffi piu’ forte sull’Abruzzo che sul resto del Paese. A rilevarlo e’ il Centro studi regionale della Cna, secondo cui l’andamento pur positivo dell’export, che sale al terzo posto tra le regioni italiane per incremento, non ha salvato l’economia abruzzese, che deve fare i conti con la debolezza strutturale di tutti gli altri comparti dell’economia. “Una fotografia dello stato di salute del nostro sistema produttivo – ammonisce il presidente regionale della Cna, Italo Lupo – che dovrebbe indurre politica e istituzioni ad assumere atteggiamenti piu’ prudenti, mentre al contrario fioccano valutazioni ottimistiche non sempre giustificate”. L’andamento negativo del Pil abruzzese nel 2011, dunque, certifica in modo inequivocabile lo stato di recessione della nostra economia, e chiude nel peggiore dei modi – sempre secondo la Cna – l’andamento di un decennio (2000-2011), in cui a fronte di una crescita media nazionale del 3% del Prodotto interno lordo, l’Abruzzo ha fatto segnare una caduta dell’1,9%. Insomma, in questo arco di tempo lo spread tra la nostra regione e l’Italia e’ stato addirittura di 4,9 punti, con un confronto negativo perfino con la media del Mezzogiorno (1,9 punti).
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