Dragaggio, Testa va da Gabrielli
Pescara – Ora si tenta la strada del vip romani per uscire dalla palude del dragaggio che non c’è. Visto che localmente non si cava un ragno dal buco, non si riesce neppure a sapere che l’acqua è tossica no, situazione allucinante, ora si tentano le vie che portano davanti alle porte dei piani alti. Come se per ottenere ciò che è ovvio e normale, fosse necessario invocare santi e miracoli. Povero Abruzzo. Ma Guerino Testa non sa più neppure a quale santo chiedere miracoli, perciò parte per Roma.
“Strumenti e soluzioni operativi, concreti, immediati per uscire dall’impasse in cui è finito il porto di Pescara. Ecco cosa chiederò domani al Capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, nel corso di un incontro in programma a Roma”. Lo dice appunto il commissario straordinario del dragaggio, Guerino Testa, alla vigilia dell’appuntamento che si terrà nella Capitale per fare il punto della situazione sul dragaggio del porto di Pescara, bloccato dal mese di dicembre per il presunto inquinamento del materiale da prelevare nella darsena commerciale.
“Anche se rimane fitto il mistero sulla qualità del materiale e non ci è dato sapere se il Ddt sia presente o meno nella zona della darsena perché nessuno si è ancora pronunciato pubblicamente a riguardo, la questione del dragaggio va affrontata in maniera radicale, e sotto vari punti di vista, per individuare una via di uscita che eviti la chiusura del porto, attorno al quale si muovono moltissime attività cittadine – dice Testa. A Gabrielli chiederò quindi di intervenire su più fronti, per superare le problematiche tecniche registrate fino ad oggi: bisogna chiarire, quindi, come muoversi in relazione alle analisi sul materiale da dragare e bisogna individuare i siti dove poter sversare il materiale stesso una volta prelevato dal porto. Da affrontare anche il nodo del risarcimento danni alla ditta Gregolin Lavori marittimi, che ha vinto la gara d’appalto relativa a circa 73mila metri cubi da eliminare nella zona della darsena commerciale ma è stata bloccata non appena sono iniziati i lavori dalla Procura distrettuale antimafia dell’Aquila. Da capire, poi, quali strade seguire per sostenere economicamente la marineria, considerato che il blocco delle attività dipende dal mancato dragaggio del porto. Essendo praticamente impossibilitato ad andare avanti – conclude Testa – chiedo che mi si metta tecnicamente nella condizione di portare avanti l’attività di commissario e una risposta può arrivare solo da Roma”.
(Ndr) – Tutto bene (si fa per dire), manca solo un dettaglio: sapere per colpa di chi e per quale motivo, se ne esiste uno, non si riesce a praticare il dragaggio. E’ come se uno, avendo le mani sporche, non riuscisse a lavarsele, e non si sapesse chi gli glielo impedisce. Anche il più facciabronzato dei politici pescaresi o abruzzesi ammetterà che non si è mai visto nulla di simile. Un record, eppure all’assurdità della politica siamo ben abituati!
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