Apindustria: “I ‘mali’ dell’ordinanza”
L’Aquila – Massimiliano Mari Fiamma – Apindustria scrive: “Le storture di quest’ultima ordinanza sono il frutto del mancato ascolto del Territorio che nei mesi scorsi abbiamo più volte lamentato. Apprezziamo l’impegno e la rapidità nelle decisioni che hanno caratterizzato l’azione del Ministro Barca ma non possiamo dimenticare che lo stesso ha dedicato moltissimo tempo delle sue uniche due visite a L’Aquila su un progetto, quello OCSE, che è un mero piano strategico a lungo termine, e neanche un minuto per incontrare le Parti economiche e sociali su una serie di aspetti che, guarda caso, costituiscono oggi le negatività di questa Ordinanza.
Solo chi non conosce la storia che ha condotto a questa farraginosa normativa post-sisma e non ha vissuto in prima persona le difficoltà della ricostruzione sino ad oggi poteva concepire un’assurdità come quella dei 5 preventivi, che tra l’altro nella prassi ordinaria della Pubblica Amministrazione sarebbero solo 3.
Questo aspetto porterà ad un sicuro risparmio degli indennizzi da parte dello Stato ma a scapito, senza dubbio, della qualità dei lavori e quindi della sicurezza dei cittadini, già fortemente penalizzata dai parametri di costo attuali che sono assolutamente insufficienti per i Centri Storici.
È storia nota che i famosi ribassi fino al 45% ed oltre negli appalti pubblici italiani hanno generato lavoro nero, opere incompiute e infiltrazioni mafiose e questo è quanto sarà possibile aspettarci anche nella ricostruzione degli aggregati anche perché nessuna normativa o forma di controllo attuale si è mai dimostrata in grado di evitare questi aspetti negativi.
Risulta poi incomprensibile l’ennesimo carico burocratico che le imprese dovranno sostenere iscrivendosi ad un ulteriore elenco da sottoporre alla Prefettura dopo che le stesse, ormai da anni, spendono fiumi di denaro per un sistema che attraverso le SOA, i Durc, l’antimafia e le varie imposizioni relative alla sicurezza e alla qualità .
Dato che gli Organi ispettivi non sono in grado, per vari motivi, di sottoporre controllo tutti gli interessati si è pensato bene, come sempre, di aumentare i gravami le imprese (penalizzando inevitabilmente le più piccole) e per i cittadini che ne hanno già subiti a sufficienza negli ultimi 3 anni.
Ben accetta e comprensibile la decisione di effettuare tagli sulle strutture create per la ricostruzione e per i vice commissari, mai realmente utili nella vicenda, ma non è accettabile che si affronti questa tardiva fase partendo dall’unico punto di vista del risparmio di risorse.
Ricordiamo infatti al Ministro Barca ed al Presidente del Consiglio Monti che questo comprensorio si è già immolato alle esigenze economiche del Paese ripagando le tasse dopo un solo anno e mezzo di sospensione e cominciando da subito la restituzione delle stesse, accettando il mancato rimborso delle seconde e terze case a differenza di quanto accaduto in tutte le altre calamità naturali. Ribadiamo dunque la necessità di un serio confronto con il Ministro, ancora sordo a qualsiasi richiesta che non venga da Confindustria, per rivedere l’ordinanza e per inaugurare un cammino verso la ricostruzione caratterizzato da efficienza, concretezza e qualità che solo un autentico ascolto del Territorio e di chi ha subito la catastrofe può garantire”.
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