CISL: Carispaq e BSL, preoccupazione
L’Aquila – CARISPAQ E BSL PIU’ LONTANE DALL’ABRUZZO – Voci, più che fondate, su riduzioni e trasferimenti riguardanti la Banca di Sulmona e Lanciano, e la storica banca aquilana, la Cassa di risparmio, lasciano indifferente il gruppo proprietario (banca romagnola) e la dirigenza della banca aquilana, che non fornisce spiegazioni. A L’Aquila si sceglie il silenzio ufficiale, salvo soffiate e sussurri nelle orecchie, per far circolare voci, ed è un danno per la città, che vive momenti difficili e non trova certo confortante che uyn’istituzione aquilana si aggiunga al lungo elenco delle… demolizioni.
Avverte tale situazione di disagio il sindacato CISL, che scrive: “Il decentramento delle funzioni di controllo e di ragioneria della Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila e della Bls a Modena, desta grande preoccupazione e allarme. Le rassicurazioni fornite dal direttore generale della Carispaq, Vittorio Iannucci, senza una comunicazione ufficiale e diffusa, non sono sufficienti a garantire il ruolo e le funzioni di una banca che, da sempre, rappresenta il punto di riferimento assoluto per le aziende e il mondo dell’imprenditoria locale”. E’ quanto afferma il Segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila, Paolo Sangermano, in merito alla decisione, ufficializzata dal gruppo Bper, di spostare in Emilia Romagna, le direzioni della Cassa di Risparmio dell’Aquila e della Bls. “Il nuovo piano industriale 2012-2014”, afferma Sangermano, “prevede anche una cinquantina di esuberi, sui quali bisogna discutere subito”. La Cisl pone una serie di interrogativi sul mantenimento delle funzioni della Carispaq e sul rapporto con il tessuto economico locale. “Le imprese del cratere”, sostiene Sangermano, “sono schiacciate da una crisi pesante, che si è acuita con il sisma del 2009, a cui si aggiunge la difficoltà oggettiva dell’accesso al credito e di lungaggini burocratiche nell’erogazione dei finanziamenti, che finiscono per ingessare una situazione già al limite”. La Cisl invita la direzione Bper e i vertici locali della Carispaq “a rivedere immediatamente il piano industriale, riconsiderando la posizione della banca sull’Aquila, anche rispetto alle prospettive che si aprono sul territorio, alla luce degli elementi emersi nel forum “L’Aquila verso il 2030” e sui tempi e le risorse disponibili per la ricostruzione. Senza dimenticare il capitolo relativo ai 90 milioni di euro a disposizione delle imprese aquilane”, dice Sangermano, “che andranno gestiti sul territorio da una banca di riferimento, che abbia non solo il braccio operativo, ma anche la testa nel Capoluogo di Regione. La forte identità territoriale necessita di un presidio all’interno delle realtà abruzzesi, né è sufficiente dire che resterà il marchio dell’istituto di credito. L’Aquila e la sua provincia necessitano di procedure più snelle per l’accesso al credito e per i finanziamenti che arriveranno: un processo che presuppone la presenza, in loco, di un istituto di credito cittadino, in grado di erogare in tempi velocissimi, senza passaggi superflui, i fondi richiesti dalle aziende. Proprio il ruolo che ha rivestito finora la Carispaq”.
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