Porto, ogni giorno peggio
Pescara – Leonardo Costagliola, pilota del porto, ha affidato al giornale on line “Quortidiano d’Abruzzo” questo amaro sfogo, che descrive la situazione di totale tracollo per l’economia marinara della città più importante dell’Adriatico abruzzese: “L’ultima barca esce dal porto di Pescara: addio porta dell’Adriatico. Sull’insegna che campeggia sulla stazione marittima di Pescara c’è scritto ”Città di Pescara porta dell’Abruzzo sull’Adriatico” … beh oggi quella porta è simbolicamente chiusa: infatti anche l’ultimo collegamento, quello per il rifornimento carburanti, rimasto (tra mille difficoltà ) cessa di esistere e nessun’altra nave arriverà nel porto di Pescara. Non è stato possibile nemmeno dare via libera all’ingresso di alcuni maxi yacht, per via dei fondali.
Nessuno attualmente dispone della chiave necessaria per riaprire quella porta. Purtroppo da oltre tre anni è chiusa in un cassetto. Il riferimento è al Piano Regolatore Portuale, costato migliaia di euro di soldi pubblici e arenato senza che se ne riesca a comprendere il motivo.
Gli ultimi rilievi batimetrici e la decisione di non decidere sull’esito delle analisi hanno di fatto bloccato definitivamente le sorti dello scalo pescarese. Inoltre, il rischio esondazione è più alto oggi rispetto a vent’anni fa, quando ancora non c’era la diga foranea e l’insabbiamento del porto era meno grave.
Dopo gli allarmi lanciati dalla marineria e dagli operatori commerciali, rimasti inascoltati da oltre due anni, ecco il triste epilogo del porto. Metà del bacino è impraticabile, la profondità dei fondali in alcuni punti è inferiore a un metro e al massimo arriva a due metri e mezzo, mentre dovrebbe essere di almeno cinque metri; nella darsena commerciale la situazione è ancora peggiore, dato che il canale di accesso si è ristretto ancora passando dai cento metri del 2011 agli attuali circa cinquanta”.
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