Anni sprecati, siamo come Papillon

(Foto: Mc Queen in “Papillon”) - La incoraggiante pacatezza del premier Monti, la lucida determinazione dei suoi ministri bostoniani, lo studio dell’OCSE, le promesse circa il Gran Sasso Science Institute, gli impegni, i conti, il rigore sulla “nuova pagina” dedicata alla ricostruzione dell’Aquila e del cratere, sono elementi di un minestrone saporito, nutriente e igienico. A fare qualcosa di simile aveva provato, nel 2011, l’elogiato e stimato Gianni Letta. Senza grandi risultati, non certo per sua colpa.
Lo scenario è completo, esauriente, considerando che i soldi – 10,56 miliardi di euro in tutto – per il terremoto aquilano ci sono, e ci sono stati: la spesa sostenuta fino ad oggi dà i brividi, come li dà, del resto, l’imponenza della somma. Il bilancio di uno stato appena più piccolo dell’Italia. Ogni miliardo di euro, è bene rammentarlo, equivale a 2.000 miliardi di lire.
Le prospettive sono buone, le idee per una ricostruzione intelligente per fortuna anche (vengono da fuori, meno male), pare emerga anche la buona volontà, ma soprattutto pesano le esortazioni al rigore di Monti. Sembra voler dire, il britannico professore varesino: pensateci voi, fate bene, ma se non ci pensate e non fate bene, ci penseremo noi chiudendovi nella gabbietta come i canarini.
Al termine del ragionamento, la domanda: perchè abbiamo sprecato tre anni tra pasticci, risse, grida, piagnistei, vacuità, chiacchiere, sprechi e – pare – anche qualche ruberia? Se ricordate il magnifico film “Papillon”, 1973, o il romanzo omonimo, c’era un onirico tribunale che condannava il fuggiasco (Steve Mc Queen, irripetibile attore) per aver sprecato il tempo della sua vita. Stessa sentenza ci tocca per aver gettato via tre anni, tolti dalla nostra seconda vita, visto che la prima era finita il 6 aprile 2009.