OCSE: “In Abruzzo turismo-catastrofe” – Lo diciamo da vent’anni almeno
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Foto Assergi Racconta) – La “cazziata” è venuta dall’alto, da molto in alto: dall’OCSE. Al turismo abruzzese ha assestato una batosta storica, che, guarda caso, coincide completamente con quanto da anni andiamo dicendo, certo non da soli, ottenendo come risultato solo l’ostracismo totale da parte della Regione (responsabile del settore turismo) e degli uffici turistici. Il nostro giornale è appestato, è una fastidiosa zanzara che dà solo fastidio. Vade retro.
Invece avevamo ragione, e completamente. Sentite cosa ha scritto l’OCSE del nostro turismo, come si è appreso ieri in occasione della presentazione della “smart city”, a L’Aquila, durante la visita del premier Monti: “Turismo all’anno zero, mancanza di una promozione regionale, assenza di piattaforme integrate, di informazioni, ricerca, pubblicizzazione, promozione, nessuna apertura internazionale fra operatori turistici, in particolare nelle aree interne della regione. L’offerta turistica non è armonizzata, né coordinata, né diffusa. In particolare, ciò riguarda la provincia dell’Aquila. Nessuna riqualificazione dello scalo aeroportuale, e impossibilità di trasferire dei voli low cost direttamente a L’Aquila”.
Può bastare? Nel rapporto OCSE c’è dell’altro, ma forse non serve aggiungere altro. Basta dire che, ancora una volta, l’aeroporto è chiuso, inadeguato, inagibile almeno fino al 31 marzo: dopo, chi sa… Il turismo sostenibile? Per l’OCSE, mancanza totale di gestione strategica.
Parliamo di una regione e di un comprensorio, come quello aquilano, ricchissimo di doni naturali, monumenti, archeologia, località magnifiche, natura, mare, montagna, laghi, collina, gastronomia, folklore, cultura, attrattive di prima qualità e numerose stazioni turistiche invernali. Oltre a 120 km di costa stupenda, volendo guardare all’intera regione.
Un fallimento totale, che si riassume nella frase che da almeno vent’anni usiamo su giornali e altri mass media : turismo all’anno zero. Frase usata dall’OCSE, che sicuramente non aspettava noi…
Del resto, basta pensare alla sorte subita dalla montagna più aquilana, il disastrato e morente Gran Sasso, nonostante il parco nazionale. L’OCSE non è il comitato della parrocchia sotto casa, e neppure un organismo politico. E’ un qualcosa di europeo, che vive cent’anni avanti rispetto a noi, guarda il presente e il futuro, adopera metodi, paradigmi e misure che neppure siamo capaci di sognare.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) “è un organismo internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un’economia di mercato. L’organizzazione svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un’occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi membri”. Questa la definizione che si legge su Wikipedia. Utile forse anche a chi, compreso qualche politico e amministratore, non l’aveva mai sentita nominare.
Infierire non sarebbe elegante, né utile in questo momento in cui – ha detto Monti – occorre soprattutto coesione. Ma la sistematica demolizione del turisto, o per totale incapacità politica, o per disegni oscuri e disastrosi albergati nelle menti degli incapaci che ci hanno governati , è sotto gli occhi di tutti e, ora, anche dell’organizzazione internazionale OCSE. Scusate se è poco.
L’Abruzzo, forse, è da rifondare e affidare a mani esperte. Forse è, infine, vero che da una catastrofe – come ha detto sempre il premier Monti – possono scaturire idee, stimoli, energie per diventare un’altra cosa.
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