Ricostruire a colori


L’Aquila – FINORA SOLO IDEE IN BIANCO E NERO - (Foto: Cialente e la Pezzopane a colloquio con i bambini di una scuola aquilana) - Il sindaco Cialente e l’assessore Pezzopane accoglieranno il Ministro Barca con un documento in cui si chiede anche la ricostruzione sociale dell’area terremotata. “Come ha detto Lei, con somma lucidita’ – rileva la lettera – si rischia di ricostruire una copia sbiadita della nostra Citta’, una copia ‘in bianco e nero’, e questo purtroppo sfugge a troppe persone. I riflettori sulla nostra tragedia si sono spenti da tempo e, a parte il poco e a volte superficiale interesse mostrato sulla stampa nazionale, nessuno sa quale sara’ il futuro per la nostra Citta’. Lei ci ha gia’ mostrato di comprendere il rischio che L’Aquila sta vivendo a causa del blocco materiale della ricostruzione, ma con questa nota Le vogliamo sottolineare anche il problema della ricostruzione sociale e culturale. La ricostruzione sociale e’ una delle emergenze piu’ importanti. Lo testimonia il grado di malessere e di sofferenza delle tante persone che si rivolgono a noi ogni giorno, per testimoniare la carenza di alloggi, la disgregazione familiare, la precarieta’ della vita, l’assenza di lavoro, il numero dei disoccupati e dei cassintegrati”.

I GIOVANI – “In particolare i giovani, che con la loro voglia di protagonismo, reclamano spazi, soprattutto in centro storico, dove potersi riunire e riconoscersi. Alcune cose importanti sono state anche fatte – dicono Cialente e Pezzopane – grazie soprattutto alle donazioni e agli interventi diretti del Comune, ma e’ tutto assolutamente insufficiente. La citta’ non ha piu’ il centro storico, dove convergevano le necessita’ identitarie, culturali e sociali. In piu’ la citta’ ha 25 nuove aree, quelle del progetto Case e dei Map prive di servizi sociali. Quando si arriva in questi nuovi quartieri si nota un degrado ed una solitudine molto forte. Se questi disagi sono vissuti solo per pochi mesi non si producono gravi danni, ma se sono vissuti per anni, aggiungendogli sia il trauma del terremoto che lo stress post-sisma, si arriva ad avere una disaffezione ed uno scoramento notevole. Lo spaesamento e’ forte e trasversale alle generazioni. Basti pensare – dicono gli amministratori – che si sono registrati aumenti dell’uso degli psicofarmaci, aumenti delle malattie depressive, della tossicodipendenza e di tante altri fattori misuratori di disagio. Inoltre e’ preoccupante l’aumento delle separazioni coniugali, una disgregazione familiare sintomo di una patologia sociale piu’ complessiva che si scarica in particolare sulle giovani generazioni. Di fronte a quest’emergenza sociale, che necessita di un forte stato di attenzione da parte di tutte le istituzioni, non possiamo piu’ tacere”.

IL PIANO – “L’Amministrazione comunale – si legge ancora nella lettera al ministro – ha programmato e previsto interventi attraverso un vero e proprio Piano, per una nuova infrastrutturazione sociale e attraverso il Piano di zona delle attivita’ sociali, proponendo ai vari Ministeri, al Commissario Chiodi e alla Regione schede e progetti, peraltro frutto di un lavoro di ascolto di oltre 80 associazioni del volontariato. Diversi ministeri in maniera settoriale, senza una visione d’insieme e senza nessuna chiara procedura, avevano destinato dei fondi per interventi sociali a L’Aquila che non sono stati ancora usati e che paradossalmente vengono chiamati con il nome degli ex ministri o sottosegretari. Insomma – osservano sindaco e assessore – se avessimo potuto utilizzare i cosiddetti fondi ‘Meloni’, i fondi ‘Giovanardi’ e i fondi ‘Carfagna’, forse lo stato attuale delle cose qui a L’Aquila non sarebbe questo. Parliamo – spiegano – dei fondi stanziati nel 2009 nel decreto 77 dall’ex Ministro Meloni, ovvero i 2 milioni e mezzo destinati alla realizzazione di spazi aggregativi e ricreativi per i giovani. Parliamo degli 8,9 milioni di euro del fondo ‘Giovanardi’ per il sociale e dei 3 milioni dei fondi ‘Carfagna’ per la centro antiviolenza.

FONDI FERMI – Purtroppo nonostante le sollecitazioni ad incontri, le proposte inviate, i fondi sono ancora tutti fermi, ne’ il commissario Chiodi ha voluto coordinare e aprire pur sollecitato un confronto”. Secondo Cialente e Pezzopane “c’e’ la necessita’ di una svolta su tanti aspetti e anche sulle politiche sociali, su cui peraltro oltre a non poter realizzare strutture con fondi stanziati, abbiamo subito anche pesantissimi tagli dalla Regione Abruzzo che immemore del terremoto ha tagliato i trasferimenti per il Piano Sociale cosi’ come in tutto il resto dell’Abruzzo fino al 75% costringendo i comuni del cratere ed anche il Comune dell’Aquila ad una grave contrazione dei livelli essenziali dei servizi”. Pertanto – conclude la lettera al ministro Barca – “e’ indispensabile dare vita ad un confronto per la Ricostruzione sociale con i nuovi referenti tecnici dei Ministeri per disegnare un nuovo quadro delle politiche sociali. Noi non vogliamo che questa Citta’ dopo aver perso le case per il terremoto perda anche la sua identita’, la sua ricchezza, il suo prestigio diventando sempre piu’ povera, con problemi sociali gravi come gia’ sta accadendo”.


15 Marzo 2012

Categoria : Cronaca
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