Italia Nostra su Acquedotto Luci


Vasto – Italia Nostra ha pubblicato il seguente articolo “in difesa dell’acquedotto romano “delle luci” di Vasto”:
“L’Acquedotto delle Luci è un’opera ipogea di sofisticata ingegneria idraulica della prima età imperiale romana, che provvedeva all’approvvigionamento idrico dell’antica Histonium, oggi Vasto . Non si tratta affatto di un monumento “morto”, perché esso trasporta ancora copiosa acqua ed è stato – sul piano della storia – un fattore insediamentale vitale ed essenziale per Vasto, almeno fino al 1926, da quando, cioè, è stato sostituito nella funzione da un moderno acquedotto.
Oggi, oltre ad essere usata abusivamente per l’irrigazione di orti e terreni privati, l’acqua trasportata dall’acquedotto contribuisce non poco al dissesto idrogeologico del costone orientale della città adriatica, ma tutti i progetti ed i lavori milionari di risanamento sinora portati a termine non hanno tenuto assolutamente conto di questo fattore.
Il suo percorso sotterraneo, lungo circa 2 Km, è ricostruibile grazie ai pozzi di ispezione – le cosiddette “luci” – che fuoriescono dal terreno caratterizzando alcuni scorci del paesaggio agricolo vastese: nel XIX secolo se ne contavano 70, oggi ne sono stati identificati circa 40. L’acquedotto, infatti, ha subito numerosi danneggiamenti nell’ultimo trentennio a causa dell’espansione urbana e dell’abbandono da parte del Comune.
Il 14 febbraio scorso Italia Nostra si è costituita parte civile nel processo contro gli imputati per la distruzione di uno dei pozzi dell’Acquedotto Romano delle Luci tramite il difensore Avv. Amerigo Lanza. L’abuso si era verificato nell’agosto del 2007 lungo via San Michele, durante lo sbancamento per la realizzazione di un edificio privato, i cui lavori sono ancora bloccati in seguito ad un altro provvedimento dell’autorità giudiziaria, che ha contestato ai proprietari il mancato rispetto delle norme del piano di assetto idrogeologico. L’associazione aveva resa pubblica la sua volontà di costituirsi parte civile nel corso di una conferenza stampa congiunta con il responsabile dell’Associazione civica Porta Nuova di Vasto, prof. Michele Celenza. Il rinvio dell’udienza del 26 luglio al 14 febbraio 2012, ha impedito che si realizzasse quanto deciso ed annunciato allora.
Da tempo, infatti, l’associazione vastese ha intrapreso, a favore dell’Acquedotto delle Luci, una campagna di informazione secondo il metodo che da sempre l’ha contraddistinta: un primo incontro tematico, tenuto alla fine del 2010, ha fatto conoscere al pubblico questo importante monumento ed in quell’occasione, come nei giorni seguenti, l’associazione ha raccolto oltre trecento firme in calce ad una chiara ed esplicita richiesta, rivolta alla Soprintendenza per i Beni Archeologici e al Comune di Vasto, di tutela e valorizzazione del monumento.
L’iniziativa del consiglio delle sezioni abruzzesi di Italia Nostra è giunta a compimento di questa azione, inaugurando un percorso comune tra le due associazioni.
Tra i recenti risultati si possono segnalare:
- il perfetto funzionamento di alcuni tratti dell’acquedotto, che traggono acqua dal sottosuolo e la trasportano per centinaia di metri, fornendo risorse idriche per alcuni orti privati;
- Il danneggiamento di lunghi tratti del suo percorso a causa della costruzione di edifici e strade;
- l’esistenza di lunghi tratti dell’acquedotto privi di qualsiasi tutela, poiché non riportati nella cartografia dei vincoli archeologici del Piano regolatore del Comune di Vasto.
Nel caso specifico, invece, il pozzo distrutto nel 2007 lungo via San Michele si trova in uno dei segmenti vincolati, così come riportato nel PRG del Comune di Vasto. Nonostante ciò, i lavori di sbancamento furono autorizzati senza, tra l’altro, alcun controllo diretto da parte del personale della Soprintendenza. In realtà, nel marzo 2007 erano stati svolti dei saggi archeologici, che avevano avuto, però, esito negativo: questo non prova che non ci fosse nulla, ma semplicemente che i saggi, ma soprattutto le ricerche propedeutiche, non erano stati eseguiti con la dovuta diligenza, come richiesto dalla vigente normativa di tutela.
Segnaliamo con soddisfazione la costituzione come parte civile anche del Comune di Vasto: un gesto che si spera derivi dalla volontà del sindaco della Città di farsi interprete dell’interesse pubblico nel rivendicare il diritto di proprietà sull’Acquedotto Romano delle Luci da parte dell’Ente da lui rappresentato, chiedendo all’autorità giudiziaria il risarcimento per il danno arrecato alla comunità locale da parte dei responsabili.


15 Marzo 2012

Categoria : Storia & Cultura
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