Al voto, oppure no?


L’Aquila – (di G.Col.) – Più o meno delineate le posizioni, ora al voto. Ma riflettiamo un momento. Mancano due mesi alle urne ed è tempo di tuffarsi nelle campagne elettorali. Quelle fatte al solito modo: cene, conventicole notturne, porta a porta, spedizioni nella grande periferia aquilana fatta di oltre sessanta frazioni, quasi sempre decisive nella scelta dei sindaci. Le coalizioni politiche, che a grandi linee dovrebbero essere impostate, scricchiolano e fanno acqua da tutti i lati. Spesso non si sa bene cosa e dove siano.
Alle comunali conta la persona, si sente ripetere. Mai come questa volta. La sinistra ha un nome, Massimo Cialente, ma non si sa quali e quanti siano suoi alleati. Una grossa fetta, l’IdV, ha il suo candidato, Angelo Macini. Rifondazione nicchia e Lolli tenta di cucirla alla coperta multicolore dei sostenitori di Cialente. I socialisti sono fedeli, ma sono anche pochi. Il PD è tutto con Cialente? Ufficialmente sì.
Nel frattempo, si continuano a sfornare impegni, annunci, promesse, progetti, grandi interventi, solenni squilli di tromba. In verità, di opere non ce n’è una, e non c’è neppure una città in cui farle, queste opere. Tanto vale continuare a litigare con Chiodi, un metodo che a Cialente sembra fruttuoso. O almeno, lo è stato alle primarie, benchè tutti dimentichino (fa comodo) che la partecipazione è stata inferiore rispetto al 2007. Comunque, un sindaco uscente ha dalla sua uno spazio di manovra essenziale: di solito, c’è la riconferma. Ma a L’Aquila non c’è nulla di normale e di paragonabile con altre realtà.
Il centro destra ha ora due candidati. Finalmente, quello che il PdL è riuscito – benedicente il capo Filippo Piccone, che da lontano tira i fili della rappresentazione – a incoronare è Pierluigi Properzi. Ma centrodestra, comunque la si voglia pensare, è anche quello in cui spadroneggia Giorgio De Matteis. Difficile pensare che un cittadino di sinistra voti De Matteis, ma non impossibile. Sicuramente, però, il medico-politico attinge di più nelle aree moderate e conservatrici. Morale della storiella, di candidati di quell’area che deve essere definitva di centrodestra ce ne sono due. Uno forte, fortissimo, De Matteis, e un altro che può piacere, Properzi. Sparti palazzo, rimane terrazzo, dicevano i vecchi saggi aquilani.
Ci sono poi nomi come Vincenzo Vittorini, che potrebbero dare trasalimenti a tutti. L’uomo non è presenzialista né si parla addosso, ormai lo sanno tutti. Ma non è detto che non stia lavorando. Le liste a suo sostegno potrebbero essere tre o di più. Stanchi di politici e politichese, tanti ascoltano la pacata ragionevolezza di Vittorini, di cui tanti dicono: è una brava persona. Di questi tempi, equivale ad un medagliere sulla giubba di un generale. Quante brave persone sono in circolazione?
Ecco il solito punto della situazione, a 35 mesi dal sisma e a due mesi dal voto. Numeri e dimensioni per misurare una sola, cocente verità: L’Aquila è sempre coricata al suolo. Esattamente come 35 mesi fa.
Quanti andranno a votare? Quanti daranno fiducia a qualcuno? Chi sa se i candidati questa domanda, così essenziale, se la pongono. Al voto, quindi, oppure no?


11 Marzo 2012

Categoria : Politica
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