Se il commercio è disonesto
L’Aquila – Da un aquilano che preferisce non firmare, riceviamo: “Durante la nevicata di febbraio ho dovuto comperare una pala per la neve, altrimenti sarei rimasto isolato dentro casa, in attesa degli interventi del Comune, che sono arrivati, ma dopo una settimana di attesa. La pala, in un negozio aquilano, me l’hanno fatta pagare 28 euro sostenendo che era di marca buona “mica cinese” e che durerà per molti inverni. Ho abboccato. Oggi rivedo la stessa pala nello stesso negozio, in vendita però a 10 euro. Nei negozi cinesi, invece, lo stesso articolo, di diversa marca, è sempre stato venduto a 10 euro. Lo dico leggendo oggi le vostra notizia suyl blitz e sui controlli a carico dei commercianti cinesi.
Vi chiedo e mi chiedo: il commercio aquilano, che non ha mai avuto una tradizione di grande profilo, tranne naturalmente alcune eccezioni, viveva di disonestà , spremeva i clienti, offriva poca scelta e nessuna cortesia, sempre tranne alcuni casi. Oggi, a quanto vedo, mostra lo stesso volto. E’ così che pensa di rialzare la testa? Io vi dico che non comprerò mai più niente a L’Aquila, potendo farlo altrove, perchè viaggio soprattutto nella Marsica e sulla costa adriatica. Mi dispiace pwersino di dover fare la spesa in città …”.
(Ndr) – Sì, il commercio aquilano non si è mai fatto amare e apprezzare per onestà offerta, cortesia e professionalità , ad eccezione di alcuni personaggi ed esercizi. Poi è arrivata la grande distribuzione, ed è stato per molti consumatori un bene. Poi il terremoto, e molti commercianti sono scomparsi o si sono trasferiti altrove. Quelli che restano non danno buoni esempi, stando a ciò che lei racconta (anonimo, tuttavia). Vuol dire che la cernita e la selezione colpiranno ancora. Impossibile non condividere la scelta di comperare altrove, quando si può. Ma gli onesti che ci sono rispettiamoli.
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