Bisarche, polizia alla Sevel
Atessa – 9.000 FURGONI NON PRODOTTI IN POCO TEMPO – Una ventina di agenti tra carabinieri e poliziotti, tra cui anche personale del reparto mobile di Senigallia, presidiano il piazzale antistante il cancello 29 della Sevel di Atessa, quello dal quale entrano ed escono le bisarche per il trasporto dei furgoni. Oggi e’ il primo giorno di stop della produzione nella Sevel di Atessa per lo “sciopero delle bisarche”, i mezzi pesanti adibiti al trasporto di auto e furgoni che da circa 20 giorni non lavorano regolarmente per il mancato adeguamento dei minimi dopo gli aumenti di gasolio e pedaggi autostradali.
Le poche bisarche che riescono a raggiungere lo stabilimento, oggi una decina, sono scortate dalle volanti della polizia stradale di Vasto e Lanciano. Fino ad oggi si e’ registrato un solo caso di ritorsione, a Quadri, sulla statale interna che collega la Val di Sangro al Molise: al passaggio di una bisarca ignoti hanno lanciato dei sassi danneggiando alcuni dei furgoni caricati. Normalmente, entrano circa 200 bisarche al giorno in Sevel, per un carico complessivo di circa 800 furgoni al giorno da trasportare a destinazione.
I DANNI ALL’AZIENDA – Intanto si tirano le somme. Sono circa 9mila i furgoni non prodotti alla Sevel di Atessa nel 2012 in seguito alle nove giornate di blocco della produzione decise dall’azienda per cause esterne, come lo sciopero dei tir e l’abbondante nevicata del febbraio scorso. Con lo stop alla produzione di oggi e domani saliranno a 27 i turni saltati nell’anno in corso, per un totale di 9mila furgoni non prodotti in poco piu’ di due mesi. La Sevel, il piu’ grande stabilimento d’Europa per la produzione di veicoli commerciali leggeri, nella galassia italiana della Fiat e’ la fabbrica che produce piu’ pezzi in un giorno: circa mille furgoni in 24 ore. Per lo sciopero dei tir e la neve l’azienda ha comunicato ai sindacati di voler recuperare la mancata produzione attingendo alle ferie e ai permessi annui retribuiti dei lavoratori non usufruiti nell’anno 2011: una volta esauriti quelli, l’azienda procedera’ alla richiesta di cassa integrazione.
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