Avete presente lo sbando totale?


Quando c’era lui… Lui, sì, naturalmente Berlusconi. Non quello prima di lui, mascelluto e calvo. Quando spadroneggiava e bungabungheggiava il Cav, il partito andava avanti e vinceva pure. In Italia c’era la gara forsennata a bersagliarlo, demolirlo, colpirlo, e del resto Berlusconi non faceva nulla per tenersi al riparo. Mandava avanti soldatesse quasi minorenni a tette spianate, ed era – se non altro – un bell’esercito contro il quale opporsi.
Oggi c’è il PdL litigioso, e nel PdL c’è il caso L’Aquila. Qui non sono riusciti a mettere in piedi neppure quella sorta di pantomima che sono le primarie made in Italy. E’ successo di tutto, compreso lo svaporamento spappolatorio del partito. I prìncipi (come li chiama Caiente), di Celano o Teramo, non sono valsi a nulla. Eppure loro sarebbero stati la soluzione finale: ci voleva un atto di imperio, come quando comandava Gaspari e la Dc era un fortilizio inespugnabile. In questo paese un capo forte occorre sempre. Molti non hanno il coraggio di dirlo, noi sì. Se il PdL ne avesse avuto uno con pieni poteri, Cialente non sarebbe così sicuro di vincere: grazie, la campagna elettorale gliela stanno facendo dal centrodestra…



07 Marzo 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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