Politica e involuzione
L’Aquila – Emidio Di Carlo, giornalista indipendente e operatore culturale, scrive: “Altro che primarie! Quanto si registra nel capoluogo è l’esempio inconfutabile della sfascio culturale in cui versa la città da oltre un ventennio. Un “ventennio” che evoca il vecchio squadrismo e dell’olio di ricino somministrato con dosi continua, accumulando macerie di politica sempre più putrefatta. Il lavoro della magistratura nel divenire delle sorprese ne è una dimostrazione tangibile. In tale involuzione la città della cultura è un lontano ricordo; uno specchietto che favorisce i clienti interni che convivono con il sistema dei partiti (senza distinzione d’area), o gli speculatori esterni chiamati a razziare i bilanci della ricostruzione. La città è allo sbando perché è priva del sostegno culturale. Le poche “riconosciute” strutture culturali altro non sono che delle società per azioni con soci del pubblico nell’ipotizzato “privato”, personale dalle faniglie dei Partiti nelle società stesse . Ogni “Società” moltiplica le sue azioni” in larga parte con il denaro pubblico; immette nei propri consigli di amministrazione i politici del momento (con doverosa indennità di carica) o nel personale di ruolo (senza concorsi) anche semplici ma fidatii funzionari di partito. Al momento del sisma del 6 aprile 2009 molte Società si sono accaparrate la solidarietà e non solo di questa. Dovrebbe esserne a conoscenza il primo cittadino che messa a punto l’accademica sanatoria ha lasciato la “Società” alla deriva e ora dice che ha vinto le “primarie” perché “ha difeso L’Aquila” (grande titolo sul quotidiano “Il centro”); se avesse detto per aver difeso le “macerie” sarebbe stato più credibile. Si ha un bel dire che L’Aquila è la Città della Cultura. Al contrario è la città che con le società per azioni costruite dalla politica ha ridotto in macerie l’antica vocazione culturale testimoniata da una storia secolare nei palazzi, nelle chiese, da quanti hanno saputo, dal nulla, ma con la propria rocciosità abruzzese (secondo l’assunto crociano) costruire il bello e l’utile oggi affidato ad un potere politico arrogante”.
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