Pensierino: in un’altra città …
L’Aquila – In un’altra città , qualsiasi altra città , che conservi un cuore e un residuo di coraggio dignitoso, il limpido e forte appello sul rugby di Romano Marinelli (che teniamo in evidenza da ieri sul sito) avrebbe spinto imprenditori, ma soprattutto politici – alla vigila della consultazione elettorale di maggio, ma anche delle primarie di domani 4 marzo – a dire qualcosa. Nessuno si aspetta miracoli, nè atti eroici, o tanto meno promesse bugiarde e fasulle. La gente, e non solo il popolo del rugby, vorrebbe che chi può, almeno abbracciuasse l’argomento, si impegnasse a discuterne, a tentare di uscirne.
Tutti debbono sapere una cosa, molto chiaramente. L’Aquila non si rassegnerà a perdere la sua unica gloria sportiva storica, il rugby, oggi la sola cosa che può rendere orgogliosi gli aquilani in giro per l’Italia e per il mondo. I politic e le istituzioni, l’imprenditoria e il mondo sportivo, debbono saperlo a chiare lettere. Quindi escano dal silenzio, dall’imbarazzo, e portino oguno il proprio contributo di idee, buonsenso, onorabilità , onestà e fedeltà alle promesse. In un’altra città sarebbe già successo. Diciamo che al momento la città della palla ovale (dagli anni Cinquanta) è distratta, “presa” altrove e da altre cose.
Ma attenzione, stavolta nessuno ne uscirà indenne, se il disastro avverrà . No, L’Aquila non deve perdonare à e non perdonerà , ne siamo certi – eventuali possibili assassini della palla ovale.
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