Dragaggio, PD: “Via Testa”
Pescara – Il dragaggio non arriva, anzi non se ne parla proprio più, forse c’è un “ordine” di minimizzare o tralasciare l’argomento. E’ più di un sospetto, perchè Pescara resta stranamente muta di fronte alla vicenda più assurda che le sia capitata negli ultimi 20 o 30 anni. Gatta ci cova… E, per cominciare, Guerino Testa se ne deve andare. Lo chiede stavolta con decisione il PD.
Dopo l’invito a dimettersi di qualche mese fa, oggi il gruppo del Pd del Comune ha chiesto senza mezzi termini le dimissioni del commissario Guerino Testa. Per il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio “tre anni di immobilismo in termini di dragaggio hanno di fatto prodotto la completa inagibilita’ del porto di Pescara. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Come viene confermato dai rilievi batimetrici eseguiti dall’Arta, l’ultimo risalente al 12 febbraio scorso, si evidenzia un progressivo ed inarrestabile insabbiamento della struttura portuale che rende, di fatto, praticamente inutile, qualora venisse sbloccato il cantiere posto sotto sequestro, l’opera di dragaggio avviata dal commissario Testa. Ogni mese che passa – ha sostenuto – le imboccature del porto si restringono dai dieci ai quindici metri. C’e', quindi, la necessita’ di una assunzione di responsaabilita’ vera, che non puo’ venire dai soggetti istituzionali oggi in campo, in quanto hanno mostrato tutta la loro inettitudine ed incapacita’ di risolvere il problema. Anche prevedendo un chiarimento da parte dell’Ispra sulla bonta’ delle analisi fatte dall’Arta e – ha aggiunto – la decisione da parte della magistratura aquilana di sbloccare il cantiere, non possiamo non registrare il totale fallimento dell’opera commissariale e della totale assenza del Comune di Pescara e della Regione. Le dimissioni di Testa avrebbero potuto gia’ da tempo scuotere ed accelerare cio’ che molto probabilmente accadra’ solo nelle prossime ore”. Per il consigliere del Pd la Regione deve assumersi la responsabilita’ di individuare risorse certe ed ingenti, “non per la diga foranea, ma per dragare la darsena commerciale e l’intero porto canale. Ci sono delle profondita’ che ormai non consentono alle barche di media grandezza di poter entrare senza produrre danni. Gli operatori sono esasusti e qualcuno ha gia’ dismesso l’attivita’ perche’ il porto non piu’ accogliere le imbarcazioni. Anche il lavoro del pilota del porto e’ terminato. Tutta questa situazione dimostra che al porto di Pescara ci possono venire solo i moschoni. Poi ci sono i danni al turismo, all’economia diretta ed indiretta, che la citta’ di Pescara scontera’ per lungo tempo”. All’incontro con la stampa ha partecipato anche un esponente della marineria Gianni Papponetti: “siamo ormai al collasso”, ha detto. “Non c’e’ possibilita’ tecnica e temporale di risolvere il problema prima di due o tre anni”, ha concluso Papponeti.
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