Professional day, Pescara e L’Aquila
Pescara – A L’AQUILA INTERVENTO DEGLI INGEGNERI – Si è svolto anche a Pescara, come in molte altre città italiane collegate in videoconferenza con Roma, il “Professional day”, incontro pubblico promosso per “testimoniare il valore sociale ed il contributo delle professioni ordinistiche allo sviluppo del Paese”. Ai lavori, nei locali della Cassa edile di Pescara, ha partecipato anche il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, il quale ha parlato della necessità di “promuovere una svolta” ma a determinate condizioni. “Il mio – ha detto – è un sì assoluto alle riforme, considerato che viviamo un momento di profonda crisi, nel Paese, ma il mio è un sì a riforme costruttive e non distruttive né demagogiche e soprattutto chiedo che le riforme nascano dal dialogo, dal confronto”. Testa ha bocciato il termine “casta” che spesso viene utilizzato per bollare i liberi professionisti che difenderebbero delle “rendite di posizione”, e non è corretto – ha aggiunto – “far passare a prescindere il concetto di categorie privilegiate perché mai nessuno rimarca, di contro, gli oneri che sono in capo dai professionisti in termini di responsabilità. In un momento in cui l’Italia è guidata da un Governo tecnico, poi, da parte del Consiglio dei ministri ci dovrebbe essere una maggiore fiducia nei confronti dei professionisti”.
INGEGNERI E ARCHITETTI – (com) – Oggi, presso la sede dell’Ordine Professionale degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila, in occasione del “PROFESSIONAL DAY, giornata indetta quale punto di raccordo del mondo delle libere per un costruttivo dibattito in ordine alle modifiche legislative di recente previsione, hanno partecipato al collegamento nazionale via internet trasmesso in diretta su SKI TG 24, i rappresentanti di vari ordini professionali, i seguenti Ordini ORDINE DEGLI INGEGNERI, ORDINE DEGLI AVVOCATI, ORDINE DEI CONSULENTI DEL LAVORO
I suddetti hanno seguito con particolare attenzione ed interesse gli interventi effettuati dai rappresentanti dal mondo della politica e delle professioni riuniti in Roma, condividendo la comune perplessità circa le novità legislative di imminente emanazione, pur nella consapevolezza della necessità di un ammodernamento delle regole, in sintonia con il panorama economico europeo. Ed è propro in nome dell’UE che si valuta importante la promozione della effettiva internazionalizzazione almeno delle professioni intellettuali che operano in applicazione e per la crescita dei saperi scientifici in modo complementare e parallelo a quanto fanno i prestatori di servizi professionali. Si chiede, in sintesi, di fare in modo che anche in Italia si seguano appieno e nel merito sia le fasi di monitoraggio della Direttiva sulla ricognizione delle qualifiche professionali sia quelle sulla Direttiva servizi, per consentire effettivamente la liberta’ di circolazione e stabiimento in una UE coerente con se stessa nel fornire alla società la ricchezza del contributo delle professioni intellettuali quale reale cerniera, organica alle volontà dei decisori, tra investimenti e realizzazioni per la crescita qualitativa e quantitativa e per lo sviluppo sociale, economico e finanche politico. La distinzione che le direttive comunitarie fanno tra professioni e servizi professionali è bene che sia chiara e ben delineata anche in Italia.
Tuttavia, osservano i partecipanti, come l’attribuzione agli ordini professionali di caratteristiche di “distacco” dalla realtà sociale, sotto forma di “lobby” di potere, strida decisamente con una realtà del tutto diversa nella sostanza, rappresentata oggi da un mondo in cui, più che l’apertura indiscriminata all’accesso alle professioni, dovrebbe essere garantita la seria ed efficace preparazione degiovani, nonché la presenza di presidi territoriali di “garanzia” – gli Ordini professionali, appunto – per il rispetto del corretto esercizio dell’attività, anche dal punto di vista deontologico.
Così come, stigmatizzano sempre i presenti, l’abolizione delle tariffe professionali e, dunque, di qualsiasi punto di riferimento che possa garantire in primis il Cliente da abusi, di fatto comporterebbe un effetto diametralmente opposto a quello al quale mira, negli intenti, il Legislatore.
La soluzione migliore, ovviamente, dovrebbe sempre passare attraverso il più diretto coinvolgimento del mondo delle professioni – così come oggi avviene grazie a questa manifestazione – ma possibilmente, de iure condendo, anche e soprattutto in via consultiva e pregiudiziale rispetto alle modifiche legislative, troppo spesso guidate solo da istanze di carattere prevalentemente politico/economico (PIL etc.), piuttosto che dall’obiettivo di utilizzarle come reale, grande risorsa del Paese.
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