Patto, premesse di buon lavoro
Pescara – (di Roberto Campo, UIL Abruzzo) – La sessione di lunedì 27 febbraio della Consulta del Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo si è concentrata sulla definizione dell’agenda delle priorità da affrontare. Sui punti, c’è convergenza. A giorni si vara la scaletta definitiva. Fondi strutturali/macroregione adriatico-jonica/l’Abruzzo come regione in transizione nella programmazione 2014-2020; infrastrutture; bilancio/strategia di riduzione delle tasse/tariffe/abbattimento dei costi della politica; aree di crisi/occupazione; costo della vita/coesione sociale; innovazione/nuovi investimenti (Fabbrica Abruzzo 2 e la legge regionale sullo sviluppo); riforme e federalismo; etc. La Consulta sarà la sede per le questioni strategiche e per i temi su cui l’alleanza ampia che il Patto può mettere in campo può aiutare a superare ostacoli e criticità . Per il resto, lo stesso Patto per lo Sviluppo ha confermato che si possono attivare le forme più tradizionali di confronto, bilaterali e concertative, come del resto i sindacati hanno continuato a fare in questi mesi, dalla sanità al lavoro ai trasporti.
Note positive: il rientro di Cna, Confartigianato, Confesercenti, che rappresentano un mondo da cui non si può prescindere; la disponibilità a condividere rimodulazioni del FAS, a partire dalle problematiche delle aree di crisi; l’accettazione della sfida della riduzione delle tasse, che dovrà essere mirata in favore del lavoro e dell’impresa, e dell’indagine condivisa dei costi della politica, per abbatterne gli eccessi di spesa; la mano tesa ai Parlamentari, per le questioni di loro competenza, e a quanti vorranno collaborare; la consapevolezza che resta decisivo il confronto con il Governo, nelle forme che saranno possibili con l’esecutivo tecnico-politico presieduto da Mario Monti, per affrontare soprattutto con i Ministri Barca e Passera i temi della ricostruzione e dello sviluppo post-terremoto, del Master Plan, delle infrastrutture, delle aree di crisi, etc.
Monito: non bastano buoni contenuti, ci vuole ritmo. Come direbbe Duke Ellington: non significa nulla se non ha un certo ritmo. Le sessioni non possono più essere diradate come è avvenuto negli ultimi mesi. Si è convenuto che una volta definiti i punti, a brevissimo termine, si lavorerà anche per gruppi più ristretti per preparare le sessioni plenarie della Consulta e portare al confronto generale opzioni già sgrossate su cui compiere scelte. Che una regione come l’Abruzzo, con i problemi che ha, abbia costruito regole per favorire ampie convergenze su temi di interesse generale, è senz’altro cosa utile. Ma le potenzialità devono tradursi in opere concrete e con la necessaria velocità .
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