Le nostre flebili primarie
L’Aquila – (Immagine: uno slogan usato nelle primarie a Torino) – Alla vigilia delle primarie del centrosinistra, che si terranno il 4 marzo, sarà utile sapere qualcosa di più di questo sistema che, per ora, in Italia, non ha alcun valore legale. Una sola regione, la Toscana, ha promulgato una serie di norme in materia, molto limitata. In alcuni paesi stranieri, ma soprattutto negli Stati Uniti, il sistema è invece pienamente legale e i primi esperimenti risalgono addirittura alla fine dell’800. Da noi le primarie hanno una storia breve e, come sempre quando si tratta di innovazioni democratiche che comporterebbero (se autentiche) profondi cambiamenti, sono imperfette e approssimative. L’obiettivo sarebbe consentire la scelta dei candidati ai cittadini, attraverso meccanismi che coinvolgano la gente. In realtà le scelte restano quasi totalmente ai partiti, che prima di indire la consultazione, indicano i nomi che preferiscono. Cioè limitano la libertà dei cittadini, imponendo dei nomi in partenza.
E’ esattamente ciò che avviene a L’Aquila.
Storicamente, in Italia le cose sono andate così. A Milano il candidato Sindaco per l’Unione fu scelto con il metodo delle primarie (29 gennaio 2006) e l’ex prefetto Bruno Ferrante prevalse sul Premio Nobel Dario Fo e sul lettiano, Davide Corritore.
Anche in vista delle elezioni amministrative del 2007 il centrosinistra ha fatto ricorso al metodo delle primarie per scegliere i propri candidati a sindaco o a presidente di provincia; nelle consultazioni più importanti, svoltesi a Palermo e Genova il 4 febbraio del 2007, sono da registrare i trionfi rispettivamente di Leoluca Orlando (72% dei voti, i principali sfidanti erano Alessandra Siragusa e Giusto Catania) e di Marta Vincenzi (60% dei consensi contro Stefano Zara ed Edoardo Sanguineti). Altre sfide sono state effettuate a Como, La Spezia, Lucca, L’Aquila (dove fue letto Massimo Cialente), Reggio Calabria, Carrara, Isernia, Paternò.
Non sempre – si legge nella ricostruzione storica di Wikipedia – l’esito delle primarie di coalizione è stato accettato in maniera pacifica: a Caserta, sempre in vista delle amministrative del 2006, le primarie designarono come candidato a sindaco l’ingegnere Nicodemo Petteruti, ufficialmente presentato dai Repubblicani Europei, vincitore con soli sette voti di scarto sul secondo classificato, l’imprenditore tessile Gianfranco Alois (ex assessore regionale alle Attività Produttive e sostenuto dai Democratici di Sinistra). L’esiguità dello scarto, unitamente ai sospetti di “infiltrazioni” da parte dei sostenitori della Casa delle Libertà , spinse la Margherita e i DS locali a candidare comunque Alois, sconfessando così l’esito delle primarie. Tuttavia, al ballottaggio tutto il centrosinistra sostenne Petteruti, che divenne sindaco della città campana.
Ora ci risiamo. I candidati del centrosinistra a L’Aquila sono due (Cialente e Festuccia), ma il centro sinistra è come sempre effervescente. L’IdV va per conto suo. Le estreme sinistre sono polemiche. Il PD non appare compatto anche se fa circolare sondaggi secondo i quali Cialente avrebbe, in pratica, già vinto. Quindi sarebbe il prescelto nelle prossime primarie. Tutto da vedere, naturalmente, mentre anche una parte del PdL 8anche lì grande confusione) sarebbe orientata verso primarie che sarebbero un’assoluta novità per quella parte politica. Come lo è anche il congresso provinciale di oggi. Il primo che si ricordi.
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