Rifiuti, problema complesso e doloroso


Chieti – Scrive Sergio Montanaro (Direttivo associazione IdeAbruzzo, foto) – Noi di ideAbruzzo riteniamo che il problema rifiuti a Chieti sia molto più complesso e doloroso di quello che possa essere rappresentato dallo scarico a Casoni dei rifiuti pescaresi.
Quando ai dubbi delle persone non viene data una risposta seria e compiuta poi ci si ritrova scompostamente a cercare di salvaguardare e proteggere il proprio consenso elettorale.
In questi ultimi giorni molti politici Teatini, ad ogni livello, cercano di sviare le responsabilità per l’arrivo dei rifiuti di Pescara nella discarica di Casoni, e da molti il problema viene affrontato e rappresentato solo ed esclusivamente come una questione di campanile e utilizzo della discarica. Errato.
Sembra che il presunto disegno secondo il quale Chieti potrebbe divenire, a detta di qualcuno, “la pattumiera d’Abruzzo”, si sia materializzato solo oggi e senza avvisaglia alcuna. La nascita dell’emergenza rifiuti, madre di questa ed altre situazioni simili a livello regionale, non è recente, ma neanche troppo lontana nel tempo da non essere individuabile come percorso. Un percorso che si è tranquillamente snodato tra i vuoti lasciati man mano da chi aveva in quel preciso momento il dovere, conseguente al mandato elettorale ricevuto, di porre rimedio alla questione rifiuti. Già nel 2008 si era stati costretti a chiudere la discarica di Fara Filiorum Petri e nel tempo altre hanno seguito lo stesso destino in Abruzzo. Nelle immediate vicinanze di Chieti, non necessariamente sul suolo Teatino, nel tempo si sono impiantate circa 20 impianti di trattamento di rifiuti. Dettaglio non indifferente, sfuggito a troppi politici Teatini.
Appare che ci sia davvero un disegno che prevede che Chieti diventi la pattumiera d’Abruzzo. Chieti come città e i territori immediatamente vicini. La realizzazione della filiera dell’industria del rifiuto pare sia stia formando e completando velocemente intorno a Chieti. Posiziondo i vari passaggi di lavorazione anche complementari a poca distanza l’uno dall’altro. Tenendo a debito riposo stabilimenti come quello di Alanno fermo per problemi meramente burocratici.
A poche decine di metri da Chieti e dal suo abitato ci si sta battendo aspramente per impedire la costruzione di un impianto sul territorio di Casalincontrada che potrebbe portare, a non a molta distanza da Casoni e da tutte le altre installazioni operante nella lavorazione di rifiuti, circa 200.000,00 tonnellate di rifiuti annui, di cui oltre il 65,00% derivanti da materiali quali car-fluff , gomme ed altri infiammabili, e provenienti da fuori regione.
Oltre un anno fa è stato fortemente segnalato l’accelerazione di quella che parrebbe la creazione di un polo della lavorazione dei rifiuti. Molti dei tanti politici di Chieti hanno abbassato la testa, rialzandola solo quando si presentava, come in questo momento, la possibilità di fare passerella e scaricare parole addosso agli altri.
I fatti sono altri. Oggi la cronica e annosa mancanza di risposte da parte degli amministratori e non solo degli ultimi in carica, ed in maniera trasversale, mette a dura prova la possibilità di poter combattere questa battaglia. Questa vicenda è iniziata molto tempo fa, in sordina, tra pacche sulla spalla, baci ed abbracci, condite come sempre dalla parola “opportunità”.
Le varie leggi regionali che si sono succedute, sia da parte del centro-sinistra che del centro-destra, non hanno chiarito molti punti lasciando troppe lacune e contribuendo a determinare la situazione critica attuale a livello regionale.
La stessa Provincia di Chieti non ha ancora predisposto un piano per i rifiuti al passo con le disposizione e normative vigenti. Come invece doveva essere.
I consorzi per la raccolta rifiuti, apparentemente gestiti dai sindaci, sono fortemente indebitati e pagano, con i soldi dei cittadini, lo scotto di una programmazione errata e non rispondente alle reali necessità del territorio regionale. Però riciclano poltrone a tutto spiano. I politici tutti, nessuno escluso, continuano a parlare dell’Abruzzo come di una regione verde e così della provincia di Chieti, ma nei fatti, poi, con le parole ”sostenibilità” e “sviluppo” non si capisce cosa si intenda veramente.
La sensazione che si ha, parlando con la gente, specialmente quella che è più direttamente coinvolta, è che questa vicenda dei rifiuti da Pescara, possa essere una sorta di prova per testare la reazione popolare. Chieti sta per essere letteralmente accerchiata. A chi dice di voler protestare, anche erigendo “barricate”, rispondiamo che le barricate sono già erette e ci sono persone che già da tempo stanno lottando. Non comprendiamo al momento cosa si intenda quando qualcuno parla del progetto “Città Metropolitana”. Se si intendesse suddividere le varie aree riservando a Chieti il ruolo di ricettacolo della spazzatura della città metropolitana riteniamo che il progetto lo si può già considerare nella fase operativa.
Questo modello ha fallito. E i danni che ne deriveranno saranno pesanti. Sotto tanti aspetti.
Noi di ideAbruzzo non stiamo “fermi ai bordi del campo di battaglia a scaldarci i muscoli per capire quando entrare per fare bella figura”. Siamo già ben saldamente sul terreno al fianco della gente, come sempre, e parlando di barricate noi ne siamo già parte da tempo.

Sergio Montanaro
Componente Direttivo Regionale
ideAbruzzo


25 Febbraio 2012

Categoria : Politica
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