Addio a politica e partiti, ora prevale il candidato che dà fiducia alla gente
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – MEDITAZIONI SULE PROSSIME ELEZIONI – Forse l’auspicato rinnovamento che nessuno è capace di progettare razionalmente (e basandosi sui mutamenti sociali collettivi) in politica, si manifesta ormai a prescindere da ciò che decidono i centri di potere. Le “fumose segreterie politiche” in cui si decideva tutto sulla testa di tutti, magari fingendo aperture mai arrivate, si sono dissolte. Anche la pantomima delle primarie si sta rivelando un giochetto insulso nel quale non crede già più nessuno, se non quelli che tentano di tenervisi a galla.
E’ la gente, o meglio chi tra la gente spicca per intelligenza e capacità, a tracciare la strada nuova. Lo dicono le elezioni amministrative in Abruzzo, soprattutto a L’Aquila e ad Avezzano, centri-simbolo di un territorio fino ad oggi appesantito da vecchi metodi e da vecchie logiche di potere, che stanno sfumando.
Il cambiamento che la politica e i partiti non hanno saputo preparare, perché non lo volevano, abbarbicati ai propri tornaconti, ai propri orizzonti polverosi e stantii, sta avvenendo ugualmente: e potrebbe spazzare via i vecchi arnesi, il pattume del passato, i meccanismi di un potere che non ha saputo capire quando era il momento di rinnovarsi. Allorchè la potentissima Inghilterra capì (la storia dovrebbe insegnare, ma chi la conosce?) che l’impero era storicamente finito, decise di mollarlo, traendone il maggior beneficio possibile: lasciò l’India, Singapore, Hong Kong e tante alte suoi domini dorati, semplicemente perché era finito il tempo di tenerli.
Meglio lasciarli crescere da sole, e collaborare con loro. Un segno di lungimiranza storica ed economica, che la politica italiana non ha mai dato, arroccata su poteri, arricchimenti, interessi e inconfessabili appetiti.
Nel piccolo, da noi, sta invece accadendo che elettori e cittadini scelgono, emergono, superano steccati e logiche di partito. Uomini talora del tutto nuovi, candidati a prescindere dai dettami tarlati degli schemi, che si propongono e coagulano consensi, colgono malcontenti, esigenze, emergenze, consensi di persone che puntano solo a vivere meglio.
Sta accadendo ad Avezzano (Gianni Di Pancrazio), a L’Aquila (Giorgio De Matteis, Vincenzo Vittorini), altri altrove, e le urne diranno se è giusto così. Non i partiti, non i loro capi. Non i simboli e le ideologie (ormai, peraltro, imprecise e ondivaghe).
Se gli uomini nuovi ce la faranno, lo vedremo: molti pensano di sì. Comunque, la barra è stata posizionata su rotte nuove. La politica assorbirà il messaggio? Comunque vada, si può dire, ed è una novità, che la gente avrà impartito una lezione al potere. Perché se non è oggi, sarà domani, e finiremo con il diventare cittadini di un’Europa che da decenni lo aveva capito.
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