Con i rifiuti alla gola
Pescara – La nostra regione detiene il primato vergognoso della più grande discarica clandestina di ritiuti tossici, quella scoperta presso Bussi anni fa, per la quale si cercano ancora soluzioni ed è in corso un processo. La più grande discarica d’Europa, probabilmente, formatasi in anni di complicità e silenzi tra case, ospedali, fiumi, autostrada, nel cuora della regione. Ma non basta. L’Abruzzo, proclamato con spocchia infinita “regione verde d’Europa”, ha sempre di più i rifiuti alla gola, ed è lontana, per il momento, una soluzione che risolva i problemi di tutti. Un’urgenza sulla quale occorrono provvedimenti immediati, tutti compatibili con il rispetto ambientale e le regole, complicate e difficili in qualche caso. Il problema, al momento, assedia Pescara. A giorni chiuderà Colle Cese di Spoltore e le 100.000 tonnellate annue di rifiuti della grande area metropolitana adriatica non avranno più una destinazione. Si rischia un caso Napoli? A Pescara ha detto no, e non poteva essere diversamente, il Comune di Chieti per quanto riguarda il sito di Contrada Casoni. Non c’è spazio, siamo quasi al limite, dicono a Chieti, e Casoni quasi non basta più neppure per noi. Figuriamoci se è possibile ospitare le montagne di rifiuti da Pescara… Si pensa a siti situati a Sulmona o a Cupello, e si attendono risposte. Problemi sorgono tuttavia anche nel Teramano e in provincia dell’Aquila. L’Abruzzo si trascina dietro da anni il problema dei rifiuti, senza un’adeguata legislazione e senza programmi capaci di risolvere davvero il problema.
Eppure, la nostra è una regione di appena 1,2 milioni di abitanti. In tutto la metà di Roma, o meno di Napoli. E’ una pèiaga che si trascina nel tempo, confinata tra incapacità e fortissime pressioni di interessi legali sia alla gestione dei siti, che dei trasporti dei rifiuti. E il rischio Napoli non è poi così improbabile.
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