Neutrini, meglio la neutralità …
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Il mondo giornalistico cerca le notizie a sensazione: fa parte del suo DNA. Quando a settembre 2011 qualcuno (autorevole) fece trapelare che forse Einstein aveva sbagliato sulla velocità della luce, come limite invalicabile per ogni forma di massa, fummo tra i pochi giornalisti – trovandoci a L’Aquila, l’argomento era di casa: Laboratorio del Gran sasso… – a restare perplessi, anzi neutrali, rispetto allo sgangherato coro. C’era persino chi parlava di Einstein in soffitta. A qualcuno non sembrava vero poter ipotizzare che il genio avesse preso una cantonata. Gli scienziati seri dissero: aspettiamo, occorrono verifiche. Ci mancherebbe altro.
Ora giungono i risultati delle verifiche. Un errore (madornale) al CERN di Ginevra. Un collegamento sbagliato. Bisogna vedere, bisogna rimisurare, occorre ripensarci su. Aspettiamo maggio, aspettiamo altre verifiche, però… già da adesso i demolitori di Einstein si tirano indietro.
Le comunità scientifiche sono anche composte di cervelloni, ma soprattutto di uomini. Che la notizia la cercano, la fanno trapelare; che sperano di diventare famosi (e anche ricchi) e di comparire sui libri di fisica. Anche quando tutto ciò è quanto meno prematuro.
I neutrini? Meglio la neutralità di chi ci va con i piedi di piombo e, prima di berciare, riflette, aspetta, si dà una calmata. Se Einstein avesse davvero sbagliato, tutta la fisica relativistica – parte emergente ed essenziale del sapere umano – sarebbe sbagliata e per decenni fior di scienziati avrebbero giocherellato con il nulla, senza capire nulla, anzi assecondando un errore di quelli che cambiano il mondo. Non sarebbe una bella figura. Insomma, diciamo una pagliacciata macroscopica. Meglio per tutti che Einstein abbia azzeccato. E magari al CERN stiano più attenti a non mollare le briglie a chi ha fretta di emergere, camminando come una ruspa. Con la scienza non si scherza. Forse possono bastare le magre dei politici, come quella conquistata dall’impagabile Maria Stella Gelmini (allora Ministra della ricerca scientifica e dell’Università ) proprio sui neutrini. Ma lei era giustificata: non sapeva neppure di cosa stesse parlando. Gli scienziati frettolosi lo sanno?
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