Due o tre cose che sappiamo bene
Sappiamo poche cose, ma alcune bene. Per esempio che pubblicare i redditi dei politici è iniziativa vecchia, come pubblicare quelli dei cittadini più ricchi: lo facevamo per Il Tempo e per Il Messaggero prima dei computer, ed era una faticaccia battere in telescrivente migliaia di nomi e numeri. Sappiamo che spesso i politici sfuggivano, o rifiutavano di lasciarsi, diciamo, mettere in evidenza. La trasparenza non è mai stata la loro dote. Sappiamo che i redditi dei loro eletti o nominati assessori, dovrebbero pubblicarli la Regione, le province e tutti i comuni. Sappiamo che non lo fanno affatto. Mai visti, di recente, i redditi degli amministratori aquilani? Noi no.
Sappiamo che Monti sbraita di tagli e risparmi, ma che in Abruzzo ci sono ancora oltre 1300 auto blu o color argento. Non sono Panda e 500, ma macchinoni da 60-70.000 euro. Oggi abbiamo saputo che, per esempio, il comune di Penne ha 20 auto. Sappiamo stasera che i grandi “servitori” dello Stato prendono stipendi non d’oro, ma di platino. E che gli stessi membri del governo intascano redditi e pensioni (per il loro lavoro privato) davvero di tutto rispetto. Ecco cosa sappiamo. Aggiungiamo anche che milioni di italiani vivono con 1200 euro al mese, altri milioni evadono le tasse, moltissimi altri sono precari, o disoccupati. O pensionati da fame. Direte che sappiamo cose confuse e alla rinfusa. Giusto. Infatti, è difficile rimanere logici, coerenti e razionali sapendo certe cose. Meglio dare di testa. Povera Italia.
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