Una brutta vicenda
L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Un arresto non è ancora colpevolezza, per la quale occorrerà un giudizio, ma intanto oggi è stato arrestato (qualcuno aggiunge, finalmente) Francesco Tuccia, militare 21enne di origine irpina già, indagato per lo stupro di una 20enne di Tivoli, all’esterno della discoteca “Guernica” de L’Aquila, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio scorsi.
A lui, volontario del 33/o reggimento Artiglieria Acqui, vengono contestati i reati di tentato omicidio e violenza sessuale, mentre una nota dei carabinieri che hanno eseguito le indagini, precisa che i suoi tre amici, due militari e una ragazza, mai iscritti nel registro degli indagati, sono risultati assolutamente estranei ai fatti.
I vertici del 33/o Reggimento Artiglieria Acqui, una volta formalizzato l’ordine d’arresto, hanno attivato tutte le procedure amministrative per salvaguardare l’immagine dell’Esercito, sicché è molto probabile che nei confronti del giovane militare scatti la sospensione dall’incarico.
L’avvocato Alberico Villani, difensore di Tuccia, ha dichiarato che occerrerà in primo luogo guardare gli atti e non si sbilancia nel merito dei prossimi passi della strategia difensiva, anche se, nei giorni scorsi, aveva affermato che, parlando con il suo assistito, si era fatto l’idea di un rapporto sessuale consenziente.
Strano rapporto consenziente, comunque, se fonti della Procura parlano di ferite gravissime sulla giovane ventenne, che è ancora degente presso l’Ospedale S. Salvatore, con ferite così gravi che potrebbero risultare invalidanti.
Un rapporto che neanche Leopold von Sacher-Masoch, riuscirebbe a descrivere o a immaginare.
Certo, da medici, sappiamo che l’erotizzazione dell’aggressività è sempre stata oggetto di molti studi, con Freud che ci dice che il sadismo non sarebbe altro che una patologica accentuazione delle componenti aggressive presenti in ogni comportamento sessuale, specie maschile; mentre il masochismo, sarebbe entro certi limiti una componente propria della sessualità femminile che in alcuni casi sconfina. Ma la letteratura ci dice anche che i casi sono davvero molto rari.
E’ noto, nella storia della parafilie più efferate, la raccapricciante vicenda di Albert Fish, conosciuto anche come l’Uomo grigio, il Lupo mannaro di Wysteria, il Vampiro di Brooklyn e Il Maniaco della Luna, che vantò di aver molestato più di 400 bambini e di averne uccisi più di 100, quasi tutti afroamericani, dichiarando che essi erano al culmine dell’orgasmo mentre venivano seviziati ed uccisi.
L’ordine di arresto per il militare avellinese, su cui si erano subito addensati i primi sospetti in quanto era stato notato all’interno della discoteca con la studentessa universitaria, è stato emesso dal Gip aquilano Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pm David Mancini.
Le deposizioni da lui rese nell’immediatezza dei fatti ai carabinieri del comando provinciale dell’Aquila, guidati dal colonnello Savino Guarino, a quanto è dato sapere, risultano caratterizzate da parecchie contraddizioni e circostante ritenute non vere.
In particolare, scrive oggi l’Agenzia Giornalistica Italiana, il militare avrebbe prima negato e poi ammesso il rapporto sessuale, che, tuttavia – secondo lui – sarebbe stato consenziente.
Sempre il giovane era stato trovato con macchie di sangue sulla camicia e su un braccialetto, sangue appartenente, secondo i carabinieri del Ris di Roma, alla ragazza violentata.
Naturalmente non ho elementi né ruolo per un giudizio, è questa non è la sede per emetterne alcuno, sia di innocenza che di colpevolezza.
Ciò che è invece è certo è che uno stupro è sempre un pasticciaccio da cui si esce con difficoltà o non si esce affatto.
Già lo sapeva il giovane Shakespeare che lo mette al centro del “Tito Andronico”, ispirato a Thomas Kyd (il drammaturgo elisabettiano autore di The Spanish Tragedy), alla leggenda di Filomela e Procne nelle Metamorfosi di Ovidio e specialmente al teatro di Seneca, sul cui Tieste è ricalcato l’episodio del banchetto cannibalesco.
Ma Shakespeare superò i suoi modelli nella rappresentazione scenica della crudeltà più efferata.
La scena più cruda del dramma è probabilmente l’ultima dell’atto II, nella quale Demetrio e Chirone sbeffeggiano atrocemente la povera Lavinia, da loro brutalizzata.
Lo stesso Shakespeare, nelle sue tragedie successive, non arrivò più a questi eccessi, nemmeno nel suo Re Lear (1605), che pure ha vari punti di contatto con il Tito Andronico (ad esempio, nel rapporto fra Tito e Lavinia, che prefigura quello fra Lear e sua figlia Cordelia).
Ed ecco che vorremo, nel rispetto della verità, che vi fossero garanzie tanto per l’uomo che per la donna e nessuna insinuazione, neanche minima, che possa aggiungere disdoro ad una dramma che è già così lacerante.
Riappellandoci alla morale del Tito Andronico, possiamo senz’altro dire che ogni violenza su una donna, a qualsiasi titolo perpetrata è il segno di una corruzione estrema che gli uomini attuano per il potere e comunque vadano le cose, chiunque sia colpevole o innocente, in ogni caso e sempre, uno stupro è morte e sangue, non solo per la vittima, ma per l’intera società
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