Difficili le piccole cose, e le grandi?
L’Aquila – Riceviamo dal collega Ugo Centi: “Oggi pomeriggio sono stato a L’Aquila. Dove mi è capitato di accompagnare una persona all’Ufficio postale in località “Centi-Colella” (tranquilli: una località che ha il mio stesso cognome, ma a mia totale… insaputa!). Bene, anzi male, malissimo. Perché nella sala d’attesa abbiamo trovato un centinaio di persone (moltissime anziane) in attesa, appunto, di ritirare una raccomandata. Due ore e mezzo di “penitenza”. Tra mugugni, proteste civili, segni di “evviva” appena il display scattava un numerino verso l’agognata meta. Le raccomandate in questione, poi, erano in gran parte la tassa comunale sui rifiuti, che quest’anno è stata recapitata dal Comune con avviso di ricevimento.
Evidentissima la causa del problema: il personale, pur dandosi da fare, era chiaramente poco. Ci sarebbero voluti almeno il doppio degli addetti per sveltire le consegne. Così, mentre attendevo, mi sono chiesto: se fossi il Sindaco della città mi piazzerei qui con la fascia a chiedere l’adeguamento dell’organico e la consegna estesa anche ad altri uffici postali invece che centralizzata in un unico centro. E se fossi stato un candidato sindaco, o uno che fa politica a qualsiasi livello, avrei fatto la stessa cosa: mi sarei messo in mezzo alla gente a chiedere di risolvere la questione, che sarà pur minore ma non tanto.
E lo sapete perché l’avrei fatto? Perché si fa fatica a credere che una città incapace di risolvere queste cose sia poi in grado di ricostruire sé stessa. E perché una politica che non se ne occupa, preferendo rifugiarsi sui massimi sistemi, dà il senso di esserne parimenti incapace”.
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