Maltempo, nessuna ecatombe nel Parco
Pescasseroli. – Niente sensazionalismo, niente esagerazioni e frasi ad effetto per il maltempo nel Parco nazionale d’Abruzzo. L’ente ha scelto di operare in silenzio, invece di strombazzare o alimentare esagerazioni e “sparate” giornalistiche. “Abbiamo preferito il lavoro e la sobrietà agli interventi di comunicazione e… propaganda. Terminato il tempo della emergenza più grave e, talvolta, delle esagerazioni e drammatizzazioni oltre misura, per non dire di qualche tentativo di strumentalizzazione, possiamo fare il punto della situazione su quanto realmente accaduto al Parco e al suo patrimonio naturale, sulle azioni messe in campo dall’Ente”.
Lo dice il presidente del Parco Giuseppe Rossi all’indomani del “grande freddo” che ha messo a dura prova l’area protetta storica d’Italia e la sua preziosa fauna. Le grandi nevicate delle scorse settimane hanno visto il Parco presente sul campo con i propri uomini, le guardie in prima fila, e i propri mezzi in Abruzzo, nel Lazio e nel Molise.
Pur con le difficoltà e la limitatezza dei mezzi a disposizione, i servizi del Parco e in particolare quelli di Sorveglianza e Tecnico sono stati impegnati innanzitutto a mettere in sicurezza il proprio patrimonio infrastrutturale (Sede e uffici, Centri Visita, Aree faunistiche e impianti vari, tra i quali c’è purtroppo da registrare il crollo del Tendaconvegni di proprietà della Associazione albergatori ma gestito dall’Ente), e quindi a collaborare con gli enti locali e le organizzazioni del territorio nelle attività di soccorso e di assistenza, contribuendo ai lavori di sgombero della neve dalle strade e dai tetti, al monitoraggio delle situazioni di speciale difficoltà, alla assistenza alle piccole aziende agricole disseminate nel territorio e duramente colpite dagli eventi. Ma l’impegno più importante è stato ovviamente quello di seguire e monitorare costantemente la situazione della fauna protetta. In notevole difficoltà si sono trovate alcune popolazioni di ungulati (cervi e caprioli soprattutto), sbandati nella tormenta, ma che hanno sostanzialmente ben superato il momento più difficile, senza subire gravi perdite. Al contrario di quanto apparso su tutti i mezzi di comunicazione, non c’è stata “l’ecatombe” degli animali del Parco, che non sono stati “ lasciati morire di fame” come scritto in molte lettere e mail arrivate all’Ente con proposte di iniziative personali alquanto deleterie per gli animali stessi.
Il Parco si è limitato a sostenere, con modestissimi ed eccezionali interventi alimentari su piccoli branchi di cervi effettivamente in difficoltà che durante le nevicate hanno stazionato in maniera permanente tra il lago di Barrea, la Camosciara e la valle sopra Pizzone. Le Guardie del Parco, in servizio 24h con appropriate turnazioni, hanno seguito costantemente branchi dai 20 ai 60 animali (uno nel Molise di 120), evitando al massimo qualsiasi “interferenza” e tenendo quindi conto del normale ciclo della loro vita, soggetto al processo di selezione naturale.
I servizi scientifici del Parco hanno avuto modo di precisare che le nevicate di queste settimane, per quanto intense e durature, rientrano nella ciclicità della natura, quando si verifica la cosiddetta selezione naturale, permettendo di sopravvivere agli individui più sani di ogni specie e garantendo così il corretto equilibrio tra le stesse.
A proposito di numeri, dai rapporti dei servizi di sorveglianza si scopre che gli animali morti rinvenuti nel fondovalle sono appena quindici (13 cervi, 1 capriolo, 1 cinghiale). Alcuni di questi sono stati predati da cani.
Il numero delle “vittime” è però certamente superiore, ma normale, considerando esemplari non rinvenuti ( sepolti dalla neve e destinati ad alimentare gli orsi al loro risveglio primaverile) e altri predati dai lupi, che esercitano così la loro funzione “regolatrice” degli equilibri della natura.
Molta confusione è stata fatta, dalla stessa stampa, tra il Parco Nazionale e un Parco Faunistico privato di Castel di Sangro. Finora, nel Centro Visita di Pescasseroli e nelle Aree faunistiche del Parco gli animali ospitati sono stati e stanno bene, accuditi e controllati in maniera costante, dal personale addetto alla custodia e dalle guardie del Parco.
Bilancio, quindi, non certo catastrofico per la preziosa fauna dell’area protetta. Non è sicuramente la neve, conclude il Presidente Rossi, il pericolo o il problema per orsi e lupi, cervi, caprioli e camosci. Ben altre, e si conoscono tutte, sono invece le cause delle loro difficoltà e, addirittura del rischio, per alcune specie, di estinzione. Non sarebbe male se l’opinione pubblica (magari con l’aiuto del mondo della comunicazione) cominciasse, serenamente ma decisamente, ad indignarsi della scarsa sensibilità istituzionale e politica verso la rimozione di queste cause.
Non c'è ancora nessun commento.