Quello scomodo Radon


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – CE N’E’ TANTO PRESSO TORNIMPARTE – SALUTE E TERREMOTI, ARGOMENTI TABU’ -(Foto dal sito speleologico abruzzese e dall’archivio di Inabruzzo.com) – Elemento chimico Radon, parente dell’Uranio, quindi radioattività, ma anche possibile precursore di terremoti. Giampaolo Giuliani, ma non solo lui, ne è convinto. Altri, nel mondo, fanno ricerche. Nell’elenco dei possibili precursori accettati dalla scienza, comunque, il Radon figura.
Nell’Aquilano abbonda, presso Tornimparte. Della grotta radioattiva di Vaccamorta chi si interessa più? Solo alcuni scienziati, come fecero diversi anni fa Moretti, Ferrini, Di Sabatino e Sciocchetti per il Dipartimento di Scienze Ambientali, Università dell’Aquila, per l’ENEA. Dopo il terremoto dell’aprile 2009, forse bisognerebbe rispolverare l’argomento.
Tentiamo di farlo. Andremo incontro al solito muro di gomma, ma non fa nulla. Quando sia pure indirettamente c’è di mezzo l’Uranio, le cortine di silenzio e le museruole blindate sono all’ordine del giorno: siamo abituati.
Le esperienze dei quattro scienziati sono sintetizzate in uno studio sulla radioattività della cavità presso Tornimparte. Uno studio eloquente che, dopo il sisma, forse andrebbe riletto. Ma più che in riferimento al sisma, che comunque ha avuto epicentro a breve distanza dalla grotta, bisognerebbe porsi dei quesiti sulla salute delle persone.
Argomento che la Regione Abruzzo si guarda bene dall’affrontare, benchè si siano dei dati che indurrebbero a riflettere.
Il Radon è l’elemento chimico che nella tavola periodica viene rappresentato dal simbolo Rn e numero atomico 86. E’ un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del Radio (con espulsione di un nucleo di Elio), generato a sua volta dal decadimento dell’Uranio.
” Il Radon – si legge su Wikipedia – è un gas molto pesante, pericoloso per la salute umana se inalato. L’isotopo più stabile, il 222Rn ha un tempo di dimezzamento di 3,8 giorni e viene usato in radioterapia. Uno dei principali fattori di rischio del Radon è legato al fatto che accumulandosi all’interno di abitazioni diventa una delle principali cause di tumore al polmone. Si stima che sia la causa di morte per oltre 20.000 persone nella sola Unione Europea ogni anno ed oltre 3.000 in Italia. Polonio e Bismuto sono prodotti, estremamente tossici, del decadimento radioattivo del Radon”.
Non risulta che la Regione Abruzzo si sia mai occupata del rischio Radon sul proprio territorio, nè tanto meno dell’anomalia rappresentata dalla Grotta di Vaccamorta, a Tornimparte, dove la radioattività è rilevante: lo sanno tutti da sempre, vi sono articoli, libri e studi a profusione sull’argomento, e tutti sembrano occuparsene con attenzione, meno le autorità preposte alla tutela della nostra salute. Il Radon è infatti ovunque, quindi anche tutte o quasi le nostre case, ma non è mai stato nè misurato con cura, nè autorizzando le nuove costruzioni, si richiedono misure del Radon. Eppure, in una zona sismica si dovrebbe farlo per un motivo in più , rispetto a quello – preponderante – della salute pubblica.
La grotta di Vaccamorta è nota già da molti anni per essere interessata da valori di radioattività molto alti. Queste informazioni derivano in massima parte dalle ricerche che risalgono agli anni ’60. “Per questo motivo – scrivono i quattro scienziati citati all’inizio – i ricercatori del Laboratorio di Geologia Ambientale e Radioprotezione dell’Università dell’Aquila hanno intrapreso una campagna sistematica di misure di radioattività all’interno dell’ipogeo, sia per conoscere meglio il fenomeno e, se possibile, scoprirne le cause, sia per valutare l’eventuale esposizione alla radioattività degli speleologi.
Per quello che riguarda la provenienza del gas, è ipotizzabile che la cavità, che presenta uno sviluppo in pianta di oltre 2000 m percorribili, articolati in varie diramazioni, intercetti in qualche punto rocce e/o mineralizzazioni uranifere le quali
emanano una grande quantità di gas radon, rapidamente trasportato verso l’esterno dal forte flusso di aria che caratterizza la grotta. Gli spettri di emissione γ ottenuti all’interno della cavità sono stati confrontati con quelli eseguiti con lo stesso strumento su campioni provenienti dalle uniche due sorgenti geologiche note nell’area: i suoli rossi residuali ed il filone uranifero di Ruella (Moretti et al., 2004). Ne risulta una quasi totale concordanza delle misure in grottacon queste ultime, mentre, al contrario, i suoli rossi mostrano un contenuto in U piuttosto basso ed una dominanza dei picchi di emissione degli isotopi del Th. Al momento attuale sembra quindi verosimile attribuire la concentrazione di radon rilevata alla presenza di filoni uraniferi tipo Ruella, anche se la cavità, nella parte da noi finora indagata, non intercetta mai analoghe rocce incassanti (Calcari a briozoi e litotamni).
In ultimo, una considerazione sulle misure di radioprotezione durante l’esercizio dell’attività speleologica. La concentrazione di gas radon misurata all’interno della grotta di Vaccamorta è tale da fornire una dose assorbita significativa anche con sole
poche ore di esposizione. La situazione esistente in questa cavità è in effetti da considerarsi assolutamente eccezionale: circa due ordini di grandezza superiore alla media delle GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 12.01 grotte italiane, superiore perfino ai valori massimi riportati da Cappa et al. (1995) per la grotta Pertuso (Fr). Tuttavia niente ci permette di escludere che analoghe condizioni si possano ripetere anche in cavità dove finora non sono disponibili dati
quantitativi. È quindi a nostro parere opportuno avviare una campagna sistematica di misure in tutte le cavità frequentate a scopo sportivo, così come sarebbe già obbligatorio per quelle turistiche.
Questo compito in effetti spetterebbe alle agenzie sanitarie nazionali e regionali; tuttavia in attesa che ciò avvenga credo che sia prudente per gli speleologi tutelare di persona la propria salute ed incolumità, visto anche il costo moderato dei dosimetri commerciali per la misura del Rn in aria, i quali danno comunque valori indicativi più che sufficienti allo scopo”.
Non emerge, purtroppo, che il mondo scientifico ufficiale (quello dei big), o che l’autorità sanitaria, o la Protezione civile o altri, inclusi i sindaci, abbiano avvertito necessità di approfondimenti e studi più accurati sia sul Radon della grotta, che comunque è un luogo radioattivo di grande evidenza, sia sull’elemento radioattivo, come possibile precursore di terremoti. Distrazioni o disinformazione? Silenzi acquiescenti o voglia di insabbiare tutto, finchè la gente avrà dimenticato, come sta facendo? Per il rischio sismico aquilano avvenne. Per la salute e i danni da Radon è sempre stata la stessa cosa.


21 Febbraio 2012

Categoria : Cronaca
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