Il ruggito di Romeo
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) –
Come ai vecchi tempi. Il cronista che ha memoria, conserva piacevoli ricordi di politica e politici che erano, sì, i protagonisti di un’epoca con tante inquietudini e anomalie (il regno della vecchia DC), ma anche persone capaci, decise, combattenti con L’Aquila nel cuore. Capaci anche di esserti amici, di rivelarsi umani e vicini a prescindere dalla tessera. Che il cronista non ha mai avuto in tasca. Uno dei pochissimi di questa pasta era, ed è, Romeo Ricciuti, foto, affiancato oggi da Luca, (foto sotto) suo figlio, che dice: “Io non sono un moderato come mio padre”.
Un piacere, quindi, sedersi attorno ad un tavolo imbandito nel confortevole Baco da Seta, tra le cure affettuose di Loreto e del suo ottimo personale. Fuori 80 centimetri di neve e un freddo aquilano come i cuori dei commensali, chiamati a salutare la rinascita ricciutiana del CESAM, il Centro Studi Italiani nel Mondo, dedicato oggi a Lorenzo Natali. Un gigante della politica prima abruzzese, e poi europea. Un personaggio non dimenticato, spesso rimpianto, nello scenario modesto e decadente della politica di oggi. Il CESAM ewsiste da più di vent’anni, era solo affievolito.
Natali, 41 anni di politica, e un Abruzzo che grazie a lui e al rivale adriatico Remo Gaspari, altro galantuomo dal cervello vivido, cresceva, diventava argomento di cronache nazionali. Oggi lo è ancora, ma di cronache nazionali giudiziarie. Che amaro in bocca…
Il vecchio leone Romeo ruggisce, non più giovane e vigoroso (capace anche di rifilare qualche sberla salutare), ma giovanissimo nel pensiero e nell’eloquio. “Chi siamo?” dice, attento ad essere sintetico, perché i giornalisti sbadigliano facilmente “Gente che vuole studiare e apprfondire problemi e soluzioni possibili. Proponiamo a tutti, senza chiedere tessere e idee politiche, il pensiero politico e morale di Natali. Cultura, ricerca, progettazione, dibattiti, incontri, confronti per richiamare soprattutto i giovani. Obiettivo la rinascita dell’Abruzzo”.
E L’Aquila? “Sono stato sfollato a Pescara – dice Ricciuti – ho amato e apprezzato quella città accogliente e civile. L’ho stimata, ma non ne ho fatto la mia città. L’Aquila è la mia città, oggi come ieri, e spero di farle capire che l’esempio di Pescara è da adottare: A Pescara tutti lavorano, operano, s’impegnano per la loro città, all’unanimità. Sono lodevoli e capaci”.
Invece qui? “Qui si litiga, si impasta, si seguono dettami e progetti di un gruppo di ex comunisti, Il risultato è, a parte il terremoto, il declino palpabile, la profonda crisi in cui siamo caduti tra beghe e rivalità assurde. Pensiamo a L’Aquila, tutti, teniamola nel cuore, ha bisogno di gente che le voglia bene a prescindere dalle idee politiche”.
Il CESAM sio avvale dell’economista Mario Santucci – foto in basso (“Gratis” specifica Ricciuti), di esperienze e professionalità di valore per ricerca e aggiornamento. Primo impegno, un gran contributo alla ricostruzione. “Dopo la ricostruzione” ammonisce Ricciuti “ L’Aquila dovrà sapersi rinnovare e ripulire, per crescere e non per ricmonciare a litigare miseramente”.Politica? Poca o niente. Ma tutto è politica, anche se non si vuole che lo sia. Quindi un sonoro svegliarono a tutti. O almeno a tutti coloro che sapranno cogliere il messaggio…
Usciamo al gelo: neve immacolata, scricchiolii sotto le scarpe, e in cielo una stella Sirio sfolgorante, acquattata ai piedi di Orione. Un Sole lontanissimo, in un tempo e in uno spazio che non sono nostri. Chi sa quante ne ha viste, Sirio, nei suoi miliardi anni, e ne vedrà.
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