Grandi Rischi, Bertolaso presente


L’Aquila – “Rispondero’ alle domande che mi faranno”. Lo ha detto questa mattina ai giornalisti l’ex capo Dipartimento della protezione civile nazionale, Guido Bertolaso, fuori il Tribunale in cui sta svolgendo il processo alla Commissione Grandi Rischi, con l’accusa di aver sottovalutato il rischio e dato false rassicurazioni ai cittadini prima del sisma del 6 aprile 2009, in cui morirono 309 persone e migliaia rimasero ferite nel corpo e nella mente.
Bertolaso inizialmente convocato come teste, viene sentito oggi come indagato, dopo aver ricevuto da parte della Procura dell’Aquila, l’avviso di garanzia per omicidio colposo per un reato connesso al filone principale. “Ho ricevuto moltissimi messaggi da tanta gente, per la maggioranza molto positivi”, ha aggiunto Bertolaso prima di allontanarsi con gli agenti della Digos della Questura, in un’aula protetta, lontana dai media, in attesa di essere sentito nel corso del processo.
L’accusa contesta l’omicidio colposo. In un’intercettazione telefonica (nell’ambito dell’inchiesta sul G8 della Maddalena) risalente al 30 marzo 2009, un giorno prima della contestata riunione, Bertolaso parlando con la Stati definiva la riunione “un’operazione mediatica” e spiegava che era stata convocata “non perche’ siamo spaventati, ma perche’ vogliamo tranquillizzare”, oltre che “zittire qualche imbecille”, in riferimento agli allarmi lanciati in quelle settimane dal tecnico di ricerca Giampaolo Giuliani.
“Quella riunione non fu un’operazione mediatica nell’accezione dispregiativa del termine, ma la risposta piu’ adeguata per dare informazioni, visti gli allarmismi anche di persone incompetenti e, addirittura, la divulgazione di notizie incontrollate anche con auto che giravano con gli altoparlanti per le zone interessate dalle scosse”. Lo ha dichiarato l’ex numero uno del Dipartimento della protezione civile nazionale, Guido Bertolaso,, che ha aggiunto di aver fatto questa scelta “solo per informare la popolazione in seguito alla situazione di disagio e panico che si era creata per il lungo sciame sismico”.
Per quanto riguarda la telefonata con l’ex assessore della regione Abruzzo, con delega alla protezione civile, Daniela Stati (comunicazione intercettata e per la quale la Procura dell’Aquila ha aperto per entrambi un filone parallelo a quello principale) Bertolaso ha evidenziato di non aver mai sollecitato risposte rassicuranti ma di aver riferito alla rappresentante locale della protezione civile opinioni da lui apprese da diversi esperti di sismologia sul fatto che piu’ scosse non di grande entita’ fanno si’ che non ci sia una scossa catastrofica.
L’udienza e’ stata caratterizzata da diverse interruzioni per le schermaglie tra gli avvocati difensori e quelli di parte civile. Sull’attivita’ del Dipartimento nazionale della protezione civile prima dell’evento catastrofico del 6 aprile del 2009, Bertolaso ha spiegato che “la competenza era delle strutture regionali del Dipartimento. Mica si potevano fare evacuare Sulmona, dove uno sconsiderato aveva procurato un falso allarme, L’Aquila e Rieti”. In merito poi a una missiva a firma di Bertolaso con la quale lo stesso augurava alla famiglia di uno studente universitario, morto nel crollo della palazzina dove alloggiava, l’identificazione dei responsabili, lo stesso ex capo Dipartimento della protezione civile ha chiarito che il riferimento era “ai governi e ai funzionari che nel corso degli ultimi decenni avrebbero dovuto portare avanti il discorso sulla prevenzione sismica e non lo hanno fatto. Cose che piu’ volte ho denunciato anche per iscritto, invocando un serio programma di prevenzione”.


15 Febbraio 2012

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.