Bertolaso seguita a provocare


L’Aquila – Mancano pochi giorni alla testimonianza di Guido Bertolaso al processo della commissione grandi rischi e lo stesso ex capo della Protezione Civile Nazionale non perde occasione per provocare l’ambiente affermando, in un’intervista del direttore di Libero Maurizio Belpietro a La telefonata, su Canale5, che in Italia “C’è chi è stato imputato di omicidio colposo per non aver previsto il terremoto dell’Aquila”. E’ ovvio che tali manifestazioni mediatiche di Bertolaso sono un segnale di grande debolezza del personaggio, aumentata notevolmente dopo la divulgazione dell’intercettazione telefonica, fra lo stesso Bertolaso e l’ex assessore alla protezione civile Stati, del giorno precedente la riunione della commissione grandi rischi tenutasi a L’Aquila il 31 marzo 2009. Il processo alla commissione grandi rischi, come ormai tutti nel mondo sanno, non ha nulla a che vedere con la previsione dei terremoti ma l’atto di imputazione per omicidio colposo plurimo è conseguente ad una accusa del pubblico ministero Fabio Picuti per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia nello svolgere i propri compiti da parte dei componenti la commissione (le violazioni contestate riguardano gli artt. 2, 3, 9 Legge n. 225 del 24.02.1992, gli artt. 5 e 7 bis Legge n. 401 del 09.11.2001, l’art. 4 Legge n. 21 del 26.01.2006, l’art. 3 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 23582 del 03.04.2006; violazione altresì della normativa generale della Legge n. 150 del 7 giugno 2000 in materia di disciplina delle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni). Gli attuali imputati, tutti in cooperazione colposa, sono BARBERI Franco, quale Presidente vicario della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi e Ordinario di Vulcanologia Università Roma Tre; DE BERNARDINIS Bernardo, quale Vice Capo settore tecnico operativo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; BOSCHI Enzo, quale Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Ordinario di Fisica Terrestre Università di Bologna; SELVAGGI Giulio, quale Direttore del Centro Nazionale Terremoti; CALVI Gian Michele, quale Direttore della Fondazione Eucentre (European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering) e Ordinario di Progettazione in zona sismica Università di Pavia; EVA Claudio, quale Ordinario di fisica terrestre Università di Genova; DOLCE Mauro, quale Direttore dell’Ufficio Rischio Sismico del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e Ordinario di Tecnica delle costruzioni Università di Napoli Federico II. Se le accuse dovessero essere confermate gli imputati sarebbero ritenuti responsabili e/o co-responsabili in primo grado della morte di molti cittadini aquilani, fra cui studenti universitari e bambini, che direttamente o indirettamente si sono fidati delle valutazioni istituzionali e della comunicazione rassicurante emersa dalla commissione grandi rischi che stranamente si tenne in meno di un’ora nonostante le questioni da affrontare fossero molte e pesanti. L’unico a non essere rassicurato da quella riunione come da lui testimoniato fu il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Il sindaco durante la deposizione è stato incalzato da parte dell’Avv. Fabio Alessandroni sul perchè non essendo rassicurato autorizzò e permise che alcune aree di raccolta della città dell’Aquila fossero occupate da bancarelle e dal circo nei giorni più critici dello sciame sismico dando, anche con tale atto concludente, un segnale di rassicurazione a tutta la popolazione oltre ad omettere l’implementazione del piano di protezione civile comunale pre evento. I parenti delle vittime che nei giorni scorsi hanno esposto denuncia alla magistratura anche nei confronti di Bertolaso, dopo averla presentata per i membri della commissione grandi rischi e per alcuni personaggi politici e dirigenziali del Comune dell’Aquila si aspettano ora i provvedimenti conseguenti della magistratura. Una vicenda molto triste dove nessuno degli attori sembra aver avuto un minimo di pentimento o di rammarico sull’accaduto. Anzi, alcuni di loro, a domanda dei cronisti se avessero cambiato atteggiamento se fossero tornati indietro nel tempo, hanno affermato con piglio che avrebbero fatto e detto esattamente le stesse cose di nuovo. Al giudice del Tribunale dell’Aquila Billi il giudizio di primo grado dopo aver sentito tutti i testimoni e dopo le opportune valutazioni conseguenti all’accusa dei pubblici ministeri e alle difese degli avvocati degli imputati attuali e, probabilmente, futuri. Considerata la mole delle testimonianze e della documentazione da esaminare, i ritmi delle udienze finora tenuti dal giudice Billi sono incalzanti. La città dell’Aquila dignitosamente e composta aspetta il giudizio della magistratura sui fatti accaduti.


13 Febbraio 2012

Categoria : Cronaca
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