Cornuti e mazziati, presidio il 14 a Roma


L’Aquila – Da Milano Il COMITATO MOBILITATI CORNUTI E MAZZIATI e la CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE fanno circolare in tutta Italia il seguente comunicato: “Continua la mobilitazione per chiedere che a tutti i lavoratori espulsi a vario titolo dai posti di lavoro sia consentito di andare in pensione con le vecchie regole. Martedì 14 gennaio presidio davanti al Ministero della Economia e Finanze a Roma.
Nelle assemblee di Roma e Milano del 31 gennaio e 1 febbraio i lavoratori mobilitati ed esodati hanno deciso di continuare la mobilitazione per modificare il decreto Monti e tutti i decreti precedenti che impediscono loro di accedere alla pensione.
Per questa ragione si è deciso, in occasione della discussione in Senato del decreto mille proroghe, di fare un presidio a Roma martedì 14 febbraio dalle ore 14 davanti al Ministero della Economia e Finanze. Il presidio era stato inizialmente previsto per mercoledì 8 febbraio ma è stato posticipato per evidenti problemi dovuti al maltempo.
Il Decreto Monti prevede delle deroghe per i lavoratori che sono stati messi in mobilità con accordi fatti prima del 4 dicembre 2011: tali deroghe però non danno garanzie certe. In più con l’ulteriore decreto del 5 gennaio 2012 si stanziano i fondi per il proseguimento della indennità di mobilità, per il periodo delle nuove finestre di uscita, solo per il 2011 e non per gli anni successivi.
Il Governo gioca con i numeri: dapprima nel decreto si indicava il numero massimo di 50.000 lavoratori , poi di 65.000 compresi i 10.000 fortunati che beneficiano della legge Dini, poi modificato con la determinazione del limite delle risorse predeterminate, infine nel decreto di gennaio si indicano solo 16.000 lavoratori interessati al prolungamento della indennità di mobilità, ma i fondi stanziati sono solo per 677 lavoratori e solo per il 2011.
Per gli esodati, le modifiche introdotte alla Camera che consentono di andare in pensione con le vecchie regole solo per i prossimi 24 mesi sono del tutto insufficienti per tutelare i lavoratori, considerando che 12 mesi rappresentano la finestra di uscita.
La nostra azione che si è sviluppata da nei mesi scorsi con varie manifestazioni e presidi a Milano e Roma ha prodotto alcuni importanti risultati. Non tutto è risolto, molte cose sono ancora da chiarire
Il nostro obiettivo è quello che tutti i lavoratori in mobilità, corta e lunga, esodati e tutti coloro che sono stati espulsi dalle fabbriche a vario titolo devono poter andare in pensione sulla base degli accordi pattuiti e comunque devono avere la copertura salariale fino al momento della pensione”.


12 Febbraio 2012

Categoria : Cronaca
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