“Fater, confusione e approssimazione”
Pescara – Scrive il consigliere regionale Maurizio Acerbo di RC: “L’altro ieri non ero presente alla riunione della commissione consiliare perché impegnato su altri fronti, ma la lettura del resoconto conferma i giudizi che ho già espresso sulla vicenda della centrale Fater. Confusione e approssimazione da parte di chi dovrebbe tutelare la salute della cittadinanza non possono che causare preoccupazione tra i cittadini in un’area metropolitana e in un quartiere che già deve sopportare una pessima qualità dell’aria. Tra Comune e Regione siamo di fronte a un’autentica Caporetto della credibilità delle istituzioni. Due amministrazioni comunali, prima di centrosinistra e poi di centrodestra, hanno espresso un parere favorevole senza informare la cittadinanza, il consiglio comunale, la circoscrizione, la stessa consulta dell’ambiente (con la giunta Mascia è semplicemente scomparsa). Quanto alla Regione non si capisce come abbia potuto autorizzare un impianto sulla base del PIANO DI QUALITA’ DELL’ARIA approvato nel 2007 e risulta poco convincente la giustificazione addotta.
Ricordo che il piano prevede per le zone di risanamento come Pescara:
“In particolare, le misure dovrebbero permettere, pur nell’incertezza della valutazione, di conseguire, entro il 2010 nelle zone definite di risanamento, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria, stabiliti dalle più recenti normative europee con riferimento ai seguenti inquinanti: ossidi di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, benzene”.
Tale obiettivo è fallito miseramente visto che a partire dagli enti locali nulla di concreto si è fatto. In compenso si è autorizzato un impianto nonostante la norma prevedesse:
“MD2 Divieto di incremento delle emissioni dei singoli inquinanti derivanti dalle attività industriali e artigianali delle zone di risanamento nell’ambito delle procedure di autorizzazione ai sensi del Decreto legislativo 03/04/2006 n° 152 (SOx, NOx, CO2, PM10)”.
Quindi l’impianto non si poteva autorizzare perchè emette di più rispetto al precedente. L’appiglio a cui fa riferimento la dirigente non mi sembra che dica il contrario:
“MD6 Divieto di insediamento di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti fossile non in cogenerazione, trigenerazione o a ciclo combinato con potenza superiore a 3Mw elettrici (SOx, NOx, CO2, PM10);” Infatti non dice che gli impianti a biomassa possono derogare all’obiettivo MD2.
Mi sembra che non si dovesse aspettare la norma del 2010 per dire no a quel progetto.
Trovo anche pazzesca la considerazione che non essendoci l’obbligo non si è informata la cittadinanza: Esce confermata la validità delle norme sulla pubblicità delle autorizzazioni ambientali che ho fatto inserire nell’ultima finanziaria regionale e tanto contrastate dalla Confindustria.
La cosa più incredibile è che ad autorizzazioni già rilasciate la Fater, sollecitata da WWF e consiglieri comunali, si dichiari pronta a ridurre emissioni. Si tratta però di una disponibilità della Fater mentre in un paese serio tale impegno dovrebbe tradursi in prescrizioni contenute in un’autorizzazione. Sulla questione presenterò nelle prossime ore un’interrogazione al Presidente Chiodi insieme ai colleghi consiglieri Saia e Sclocco”.
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