Autostrade, si sveglia anche l’ANAS
L’Aquila – Una ad una, le istituzioni e le autorità titolari di importanti competenze si svegliano dal torpore, incalzate forse dalla piena di proteste che dilaga sulla rete e sui mass media. Ora tutti temono di dover pagare qualche conto e fanno la faccia severa. Prontissimi soprattutto a congegnare uno scaricabarile alla grande, come sempre.
L’ultimo ente a spalancare gli occhi è l’ANAS, sede nella foto, che ha fatto sapere (ma non con comunicati o dichiarazioni chiare e ufficiali, ci mancherebbe altro…) di voler andare a fondo su quanto è successo sulle autostrade A-24 e A-24, rimaste chiuse per tre giorni. E sarebbe poco. Il grave è che centinaia di persone (utenti che pagano i pesantissimi pedaggi aumentati ogni anno) sono state abbandonate a se stesse ai caselli, senza cibo, ma soprattutto senza la minima corretta, doverosa informazione sulla situazione e sui suoi sviluppi.
La domanda è: la concessionaria delle autostrade è in grado o no di gestire arterie di alta montagna, nelle emergenze, o sa soltanto appesantire i pedaggi? Prima il silenzio di tutti, poi il soprassalto della Regione (Chiodi e Pagano), ora il soprassalto dell’ANAS cge mobiliterà i suoi uffici ispettivi per sapere come sono andate le cose, e se ci sono colpe, omissioni, inefficienze, inettitudini, mancanza di coordinamento, personaggi che impongono il silenzio anzichè la corretta, continua e trasparente informazione dei cittadini e degli utenti autostradali. Sembra un biliardo nel quale la biglia rimbalza da sponda a sponda, per poi finire nella buca. Vedremo cosa verrà fuori da questi tardivi irrigidimenti. Tutta la comprensione del mondo per una situazione eccezionale, ma stavolta difficilmente si potranno insabbiare e dimenticare le inefficienze. E forse qualcuno sarà chiamato a pagare il conto. Non è detto che una concessione autostradale sia eterna e inattaccabile. Ce lo dicano, una volta tanto, Regione e ANAS chi ha sbagliato, se qualcuno ha sbagliato. Ai cittadini sembra di sì.
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