La lezione è servita?
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (foto di Saverio Pacione) – Un terremoto non si prevede, il maltempo sì, specie quando è intenso. Il 6 aprile 2009 la protezione civile funzionò e per tre-quattro mesi produsse risultati eccezionali. C’era Bertolaso. Nessuno può negare quanto affermiamo. In questo febbraio 2012 i servizi meteo allertano per giorni, fino alla noia, annunciando una forte, intensa e freddissima ondata di maltempo con aria gelida artica. Il maltempo arriva, e l’Abruzzo va in pezzi.
Non funziona nulla, se non alcuni sindaci e i presidenti delle province. Solo gran fatica (per chi lavora davvero) e dissipazione di enormi risorse.
Ma ieri il presidente Antonio Del Corvo ha dovuto dire: “Siamo stati lasciati soli”. Figuriamoci i sindaci dei piccoli centri. Non sarà irrilevante se ancora ieri sera il 70% dell’Aquilano era non raggiungibile, se Collelongo era isolata da quattro giorni, se L’Aquila stessa è rimasta isolata per tre giorni, se grandi zone della Marsica, della Valle Roveto e del Chietino erano staccate dal resto del mondo. Come dietro una barriera, dall’altra parte. Nè sarà irrilevante sapere, come sappiamo, che il maltempo durerà ancora. Con quali conseguenze? C’è da aver paura.
Non è tempo di polemiche, nè di recriminazioni: almeno in questo momento. E’ tempo invece di domandarsi se la lezione sia servita, se si vuole che esista una protezione civile (così com’è, può anche essere chiusa: risparmieremo soldi), se è stato finalmente deciso chi deve gestire le emergenze (specie quando sono annunciate): la Regione? I prefetti? Le province? I sindaci ogununo per conto suo? Un’autorità speciale da nominare caso per caso? Un generale dell’esercito? Il Padreterno in persona, bontà sua?
Ieri c’è stato anche un trerremoto 2,6 a Sulmona, che molti hanno voluto occultare. Ma c’è stato. E se fosse stato necessario intervenire? C’è da sentirsi tremare le vene e i polsi. Primo problema da risolvere – ha detto ieri un tardivo e affollato vertice in Regione, riunito nel terzo giorno della disfatta abruzzese, non nel primo – sono le comunicazioni. Ma se la Provincia dell’Aquila ha spedito un mezzo antineve a Montebove, ed ha dovuto fermarsi per farsi strada! Ci siamo accorti che le autostrade sono rimaste bloccate per tre giorni con 800 persone abbandonate a Carsoli? Sappiamo che queste benedette autostrade si bloccano ogni inverno, quasi come cogegni a orologeria caricati per la prima neve?
E’ sembrato, non solo a noi, che questa annunciatissima emergenza abbia colto di sopresa tutti, come un terremoto. Come non esistono piani di emergenza per i terremoti nella maggior parte dei nostri centri urbani, L’Aquila inclusa (ancora oggi!), non esiste la capacità di pensare e organizzare le cose benchè previste, assegnare compiti, simulare gli eventi, dislocare i mezzi, pianificare, ma soprattutto intervenire immediatamente. Senza chiamare prima la Rai per farsi ritrarre. Speriamo, perchè non possiamo fare altro, che la lezione sia servita. Ma, onestamente, stentiamo ad esserne convinti. Quando uno è stato morso dalla vipera, si dice, ha terrore anche della lucertola.
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