La politica e le risorse per la cultura
L’Aquila – (di Sandro Francavilla, medico, professore all’Università dell’Aquila) – Negli ultimi giorni la solita rissa tra l’attuale e l’ex Presidente della Provincia dell’Aquila. L’argomento dello scontro è su chi è più clientelare nella distribuzione a pioggia delle risorse (della collettività ) alle istituzioni culturali. Io, cittadino medio, anzi bue buono, continuo a brucare in silenzio spostando stancamente il sedere da un concerto ad uno spettacolo teatrale, incontrando sempre le stesse facce. La distribuzione a pioggia di risorse è sempre clientelare e crea solo rendite di posizione di uno sciame di questuanti.
E’ clientelare se il criterio è basato sulla dimensione della popolazione di un territorio (attuale Presidente della Provincia), lo è se il criterio è basato su chi è bravo -sulla base di cosa e chi definisce la bravura?- (ex Presidente della Provincia). E l’alternativa? La cultura è uno strumento di promozione dell’integrazione sociale di un territorio, ed allora le amministrazioni dovrebbero proporre progetti, per esempio capaci di favorire l’integrazione tra diverse comunità , mescolando le culture e favorendo la partecipazione diretta della gente. Festival di confronto delle esperienze tra Occidente ed Oriente affiancate da stages di formazione in cui artisti di culture diverse incontrano artisti in formazione, ma anche gente comune. E così le istituzioni culturali oltre a ricevere risorse sulla base dell’attività svolta, diventano strumento del processo d’integrazione sociale, esigenza primaria di ogni città moderna (chi può, vada a vedere a Roma la mostra Homo Sapiens, curata dal genetista L.L. Cavalli-Sforza e dal filosofo della scienza T. Pievani, per capire quanto sia difficile ed artificioso trovare differenze all’interno del genere umano). In questa visione, che non è sogno ma solo frutto del dovere degli amministratori di una collettività , trova valido spazio anche la piccola associazione di quartiere che organizza partite di tressette e poi magari partite del gioco più popolare nei vicoli di Algeri, o di Tirana; meglio ancora se l’associazione del Centro Case di Bazzano si confronta con quella del Centro Case di Paganica o di Bagno.
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