Tendone, neve e risate lo seppelliranno
L’Aquila, 1034 giorni dal sima del 6 aprile 2009, ore 17
LETTERA APERTA al Sig. Sindaco del Comune dell’Aquila On.le Massimo Cialente :
“Caro concittadino terremotato, nonché Sig. Sindaco dell’Aquila, sono trascorsi 1034 della nostra comune sventura. Sarà forse il tarlo di questo lunghissimo tempo “sopravvissuto” tra una pena e l’altra, a farmi sentire con più sofferenza la tortura di un lacerante dubbio amletico che mi perseguita. Perché a tutt’oggi non si è ancora sentita né la sua voce, né tanto meno quella della Giunta o dell’intero Consiglio comunale sull’estremo degrado civico in cui continua a versare l’intera comunità aquilana gravitante nel Centro storico e nelle immediate vicinanze periferiche? Mi riferisco all’assoluta mancanza di spazi polifunzionali aggregativi in cui giovani, adulti ed anziani aquilani potessero continuare a riunirsi per mantenere un minimo di parvenza relazionale spazzata sostanzialmente via dopo il 6 aprile 2009.
Già: 6 aprile 2009. Da quell’atroce notte, sono trascorsi 1034 giorni o un intero secolo? Ebbene. Quale insormontabile impegno ha impedito a Lei ed agli altri amministratori di risolvere, anche solo parzialmente, una primaria esigenza vitale qual è quella di mettere a disposizione dei cittadini aquilani quelle salubri palestre associative assicurate invece ex novo in alcune frazioni e in quasi tutti gli altri Comuni del cratere?
L’oggettiva, ingiustificabile inerzia Sua e dell’intera Amministrazione da Lei presieduta, ha costretto i giovani ad occupazioni extralegali nell’area di Collemaggio e nell’ex asilo, ed agli adulti di rinunciare, per forza di cose, ad esercitare uno dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Carta Costituzionale, come ben si evince dagli artt. 2 e 3: “ Art.2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art 3 – (…) E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per sensibilizzarLa su questo centrale aspetto della vita democratica, oltre un anno fa decine e decine di Suoi concittadini che si riconoscono nei valori costituenti dell’indomita e non domata “Assemblea Cittadina nel Tendone di Piazza Duomo” (informazione / trasparenza / partecipazione) hanno presidiato vari giorni il Comune da Lei amministrato. Tra i vari cartelli della protesta, si distingueva quello ispirato all’Indignez- Vous! di Hessel, che nel caso specifico era stato parafrasato nella parola d’ordine Indignons-nous! / Indignamoci!. Do you remember? Se non lo dovesse ricordare, chieda la conferma all’assessore Stefania Pezzopane, presente, o a me personalmente: Le invierò alcune foto.
Dopo aver strappato la promessa di poter utilizzare provvisoriamente (in attesa di una soluzione definitiva) il tendone di Piazza Duomo donato dai Vigili del Fuoco (Protezione Civile?) al Comune – donazione, a quanto ci risulta, non ancora perfezionata giuridicamente con un apposita delibera della Giunta – l’Assemblea desisteva dalla sua azione di protesta. Cosa è nel frattempo successo in merito dopo oltre un anno ? Nulla, o quasi.
Il Tendone messo effettivamente a disposizione dell’Assemblea e di altri organismi associativi su preventiva richiesta e successiva autorizzazione, è del tutto abbandonato a se stesso. A tutt’oggi, a causa dell’assoluta carenza logistica per quanto riguarda un minimo di praticabilità assembleare, quel francescano spazio dimostratosi una vera e propria ancora di salvataggio, nonostante tutto e contro tutti, ha assunto le negative caratteristiche di una res nullius, o meglio di un porto di mare dove l’Amministrazione civica, nella sua legittima autonomia decisionale, ha fatto approdare questo o quel richiedente. Senza effettuare però alcun controllo sul corretto utilizzo dell’ambiente (soprattutto per quanto attiene la pulizia ex post della manifestazione, pulizia sempre garantita dall’Assemblea).
Per rimediare in parte a tali inconvenienti, l’Assemblea cittadina con reiterate collette (l’ultima è della scorsa settimana) ha provveduto a comperare le sedie, 4 “funghi” e le bombole necessarie per il riscaldamento. Tutte le volte che è piovuto, purtroppo, i fiumi d’acqua attraversanti il piano inclinato del lastricato non dotato di un apposito rialzo, ha costretto più di una volta i coriacei cittadini riuniti in assemblea, a tenere alzati i piedi anche per tempi insopportabili. I più avanzati in età, però, hanno dovuto più di una volta rinunciare alla loro attiva partecipazione.
Questa grottesca situazione, non Le sembra offensiva per il mantenimento, il decoro, di una pur minima dignità assembleare? Ma, c’è di più. Dalla pioggia alla neve. Mentre le sto scrivendo (3 febbraio 2011 ore 17 circa), la consistente nevicata in corso farà quasi sicuramente implodere il Tendone a causa del suo eccessivo peso. Per evitare tale prevedibile sciagura, occorreva tenere attivo l’impianto di riscaldamento giorno e notte, così come facevano i Vigili del Fuoco. L’Assemblea cittadina non dispone ovviamente dei mezzi finanziari necessari per la dotazione di un adeguato impianto di riscaldamento e per il suo costante funzionamento.
Il mio (ma non solo) Cahier des doléances potrebbe continuare all’infinito. Per il momento mi fermo qui. Attendo, in merito alla non rinviabile dotazione di spazi polifunzionali reclamati per il Centro Storico, per le sue immediate vicinanze periferiche e per gli agglomerati-dormitorio (pseudo new town) a più alta densità insediativa, Sue risposte chiare, certe, e non più evasive come quelle date fino ad oggi.
Il Tendone, rebus sic stantibus, e glielo dice una inascoltata Cassandra, crollerà al 99% (nel caso specifico numero non più magico, ma infausto). Oltre la neve saranno le risate di scherno dei tanti, troppi aquilani denigratori dell’Assemblea Cittadina, a seppellirlo una seconda volta.
Per il momento, gelide cordialità (a denti stretti, mi spiace ammetterlo) a Lei, alla Giunta ed all’intero Consiglio comunale,
Antonio Gasbarrini, cittadino aquilano che si è sempre riconosciuto ab ovo e continuerà a riconoscersi nei valori fondanti dell’Assemblea Cittadina e del civico movimento del Popolo delle carriole.
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