Giovani della pace, da L’Aquila a Torino
Torino – (da Ernesto Olivero e i Giovani della pace) – Sabato 4 febbraio 2012 il Santo Padre Benedetto XVI riceverà i Giovani della Pace. Dopo l’Appuntamento de L’Aquila e quello di Torino del 2010, ci ritroveremo tutti a Roma, Aula Paolo VI, alle ore 10 per portare al Santo Padre le nostre convinzioni: “Il mondo si può cambiare con i giovani. Oggi!”. Saremo 7000 da tutta Italia e delegazioni dall’estero, giovani che hanno già partecipato agli Appuntamenti precedenti e che frequentano gli Arsenali del Sermig ma anche tanti che parteciperanno per la prima volta e che avranno modo di conoscerci.
Come gli Appuntamenti precedenti, questo con il Santo Padre sarà un’occasione perché i giovani comunichino le loro convinzioni a esponenti della politica, dell’economia, della cultura, delle religioni presenti, affinché “i grandi” comprendano l’urgenza di ascoltare i giovani e ripartire da loro.
Il passato ci ha lasciato una sfida apparentemente impossibile da superare: fame, guerre, malattie, violenze sui più deboli, una crisi economica senza precedenti… Noi queste sfide vogliamo affrontarle a viso aperto, con coraggio, con speranza, con passione per gli uomini, con Dio nel cuore e nei nostri comportamenti.
Questo di Roma sarà un incontro di testimonianze, di conferma di un impegno personale e comunitario nel dire no con decisione a ogni tipo di avidità, di sballo e di dipendenza e sì ad una vita nuova costruita sulla convinzione che il mondo si può cambiare, in meglio; un momento in cui invocare l’aiuto e la benedizione del Dio della pace sull’umanità in questo tempo difficile che stiamo vivendo.
Al Papa diremo la nostra determinazione nell’assumerci delle responsabilità, giovani come siamo e qualunque cosa facciamo e faremo nella vita. Operai, politici, economisti, giornalisti, sacerdoti, padri o madri… In ogni scelta faremo l’impossibile per combattere l’egoismo, l’avidità e l’odio che stanno portando la civiltà verso il declino. Ci impegneremo in prima persona a fianco di chi soffre per la fame, l’ingiustizia e le tragedie della guerra.
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