“Presa Diretta”: ricostruzione insicura

L’Aquila – (ore 00,10) – Poco prima che alle 21,30 andasse in onda Presa Diretta su Rai 3, una lieve scossa sismica a ricordare che il terremoto nell’Aquilano non è finito, dopo quasi 34 mesi. E la puntata di Presa Diretta ha colpito duramente, aprendo con un’intervista al sismologo prof. Antonio Moretti, foto, che riteneva – e non lo nascondeva – il rischio di un terremoto molto elevato, prima del 6 aprile 2009, dopo un lunghissimo periodo con scosse continue e, negli ultimi tempi, sempre più forti e frequenti. L’Università chiese che i suoi sismologi potessero partecipare alla Commissione Grandi Rischi, spedita a L’Aquila da Bertolaso “per un’operazione mediatica”, come abbiamo saputo da pochi giorni. Ma la risposta fu negativa: gli scienziati aquilani avrebbero, forse, potuto rovinare l’operazione mediatica di tranquillizzazione? Oggi viene da pensarlo. In luce nella trasmissione, naturalmente, la totale assenza di ricostruzione del centro storico aquilano, impedita da mille ostacoli che, a tre anni dal sisma, di fatto fanno sì che la città stia ancora peggio che in quell’aprile in cui crollò o fu sbriciolata.
Presa Diretta ha poi rivelato che la ricostruzione, dove c’è stata, non ha garantito la massima sicurezza antisismica degli edifici, che vengono ricostruiti o restaurati lungo una faglia attiva, quella di Pettino, lungo la quale non dovrebbero esserci edifici, tanto meno quelli con sicurezza antisismica limitata al 60%. Descritta come desolante la situazione nelle new town costruite dopo il sisma, in cui la popolazione vive in una situazione di totale alienazione. Impressionante la devastazione del territorio, mangiato e consumato da migliaia di edifici fatti sorgere ovunque come funghi, in assenza di una progettazione globale della ricomposizione della città nella sua essenza, ormai completamente tradita e perduta.
Un servizio giornalistico allarmante, che rivela retroscena sui quali occorrerebbero molte risposte. Che, come sempre, non arriveranno.